Dopo il diploma all’istituto tecnico industriale “Volta” di Tivoli, Marco si Γ¨ laureato in Scienze motorie. La passione per le arti marziali che pratica dall’etΓ di 12 anni lo ha avvicinato al mondo degli sport estremi, e da lΓ¬ il passo per provare a fare lo stuntman Γ¨ stato breve. Una volta assaggiato il mondo del cinema, Marco ha iniziato studiare anche come attore finendo per fare comparsate, esperienze in teatro e veri e proprie interpretazioni fino alla grande sfida di Hollywood.
Marco, cosa stai facendo in questo momento?






Come definiresti Hollywood oggi?
“Terra delle opportunitΓ , popolata da squali e leoni. Ognuno qui ha un sogno, e tutti sono determinatissimi a raggiungerlo. Se non ti adegui, e se non Γ¨ chiaro nella tua testa, ogni giorno, il motivo per cui sei qui, semplicemente ti sbranano”.
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“Partiamo dicendo che gli sport estremi hanno sempre fatto parte della mia vita, sin da quando avevo 11 anni. Dalle arti marziali, al parkour e cosΓ¬ via. AllβetΓ di diciotto anni, ho capito che volevo fare lβattore. Volevo fare cinema. Non avendo nessuna esperienza nel campo, ho ragionato su quale lavoro potesse abbracciare le mie qualitΓ . Ed era lo stuntman. Mi permetteva di unire la mia passione per gli sport estremi, e la recitazione. Ho preparato un dvd con dei video delle mie migliori performance e lβho portato ad uno stunt coordinator a CinecittΓ . Ho iniziato nel 2004 con la serie tv, Rome, e da quel momento non ho mai smesso. Nel frattempo ho iniziato i miei studi da attore, portando avanti le due carriere contemporaneamente”.
Qual è il set che ti ha lasciato il più bel ricordo e perchè?
“Rome per la Hbo Γ¨ stato lβinizio, quindi non lo dimenticherΓ² mai, ma dico “Miracle at St. Anna”. Il film di Spike Lee Γ¨ stato unβesperienza indimenticabile. Vivere a stretto contatto per due mesi, tra albergo e set, con un regista del suo calibro, con attori hollywoodiani, Γ¨ stato qualcosa che mi ha fatto crescere artisticamente e umanamente parlando”.
E quale quello piΓΉ brutto?
“Non credo ce ne sia uno piΓΉ brutto, da ognuno ho preso qualcosa, quindi ringrazio di averlo fatto. Sicuramente in alcune produzioni italiane, ho visto mancanza di professionalitΓ , sotto alcuni punti di vista. Il correre, correre, il non ricercare la qualitΓ ma giusto la quantitΓ , il girare giusto perchΓ© si deve portare a casa materiale, questo fa male. Questa Γ¨ la risposta sul perchΓ© tante serie tv americane, per non parlare di film, sono avanti anni luce, rispetto a quello che produciamo noi”.



“Ron Howard, PenΓ©lope Cruz, Emile Hirsch, Woody Allen, Julia Roberts, Tom Hanks. Sul set con Tom Hanks forse ho vissuto lβaneddoto piΓΉ carino simpatico. Eravamo su Angeli e Demoni, giravamo una scena al Pantheon e avevano chiuso lβintera piazza, sicurezza ovunque. A un certo punto, nel mezzo delle riprese, vediamo che Tom smette di girare e blocca tutto il set. Non capivamo perchΓ©. Cβera una ragazza che doveva sposarsi nel Pantheon e non poteva entrare. Tom Γ¨ andato da lei, lβha presa sotto braccio e lβha portata allβinterno della chiesa. Penso che quel giorno non lo dimenticherΓ mai”.
C’Γ¨ qualcuno a cui ti ispiri?
“Joaquin Phoenix. Credo sia uno dei migliori attori al mondo. Poi Christian Bale. Davvero un grande, grande attore. Da lui amo prendere la tenacia, la determinazione e la costanza che lui ha nel diventare il personaggio. Ha perso 30 chili per βThe Machinistβ, e ne Γ¨ ingrassato 20 per βAmerican Hustleβ. Un vero camaleonte. Ho visto pochissimi attori essere in grado di fare questo”.
E’ piΓΉ soddisfacente fare l’attore o lo stuntman?
“Unβemozione totalmente diversa. Lβadrenalina che ti da fare lo stuntman penso non puoi viverla con nessun altro lavoro. Stupendo. Ma essere attore Γ¨ diverso. Andare in profonditΓ , scoprire sfaccettature del personaggio, capire il perchΓ© e come un personaggio fa una determinata cosa, Γ¨ un poβ come analizzare la natura umana. Non ha limiti, puoi andare sempre giΓΉ. Poi quello che amo dellβessere attore, Γ¨ che mi permette di vivere ogni volta la vita di qualcun altro, Γ¨ come vivere mille vite in una”.
In che genere di film ti piacerebbe recitare?
“Non mi dispiacerebbe fare qualche film dβazione, della serie 007 o Bourne. Ma sicuramente come attore i miei generi sono i film drammatici e i thriller psicologici. In questo range sto indirizzando la mia carriera attoriale”.



“A fine 2011, dopo il film di Sergio Castellitto, dove ero la controfigura di Emile Hirsch. Decisi che quello sarebbe stato il mio ultimo film da stuntman. Sentivo il bisogno di dover indirizzare tutte le mie forze verso la carriera attoriale, e in Italia in quel momento sentivo non ci fosse nulla per me. Lβindustria cinematografica Γ¨ in declino, lβeconomia terribile, ho deciso di andare prima a Londra e poi a Los Angeles per investire sulla mia vita, sulla mia carriera attoriale, sul mio inglese, insomma su me stesso. Magari un giorno deciderΓ² di rientrare, ma non ora”.
Secondo te qual Γ¨ la differenza tra il mondo dello spettacolo in Italia e in quello negli Usa?
“In America chiunque fa cinema ricerca la qualitΓ , in tutto. Non si fa mai nulla per nulla. Il cinema oltre a una forma dβarte, Γ¨ mercato, prodotto, denaro, e per farlo fruttare al massimo si deve mirare a creare unβopera dβarte che sia top. In Italia, per una serie di motivazioni che non sto qui a citare, questo non accade. Sono veramente in pochi quelli che ricercano la qualitΓ , piΓΉ che altro sono giovani, indipendenti, a cui non Γ¨ facile gli venga dato spazio. Questo sta distruggendo il cinema Italiano. Voglio, comunque essere positivo. Le cose cambieranno, troppi giovani sono stanchi di questo cinema spazzatura. Non domani, ma cambieranno”.
Cosa hai portato a Los Angeles della tua infanzia e adolescenza a Tivoli?
“La spensieratezza di vivere in una cittadina alla periferia di Roma. Gli amici, le persone con cui sono cresciuto, che mi sono state vicino e continuano a farlo, il tempo che lΓ¬, sembra scorrere piΓΉ lentamente”.
Che contatti hai oggi con la cittΓ ?
“Quando posso rientro a casa, per stare con la famiglia o magari per qualche progetto in Italia. Quando succede, mi prendo sempre un poβ di tempo per me, per passeggiare nei luoghi in cui sono cresciuto. Mi aiuta a ricordarmi chi sono”.



“Purtroppo nulla che poi utilizzo ora nella mia carriera lavorativa. Sono in contatto con tanti dei miei compagni, li sento, ci parlo. Un ricordo che mi spinge ad andare avanti, Γ¨ il mio compagno di banco al biennio, Antonio Rosati. Tutti i giorni dopo scuola il padre veniva a prenderlo e lo portava agli allenamenti di calcio. I professori continuavano a dirgli di smettere di giocare a pallone e studiare di piΓΉ, lui ha continuato per la sua strada, cercando di studiare il possibile, ma rimanendo focalizzato sulla sua passione. Quando aveva 17 anni il Lecce Calcio lo ha comprato, ci ha salutato, ora Γ¨ un portiere professionista, gioca in Serie A. Lo stimo tanto, Γ¨ un grande esempio”.
Come trascorri la tua giornata a Los Angeles?
“Studio, scrivo, ristudio, leggo, lavoro, giro, mi alleno, dormo quel che basta e ricomincio. Di tempo libero ce nβΓ¨ davvero molto poco. Molto, ma molto poco”.
Cosa sogni per il tuo futuro?
“Lavorare costantemente come attore. Esplorare continuamente personaggi diversi, ma anche, girare film miei. Sento che ho tante storie che voglio raccontare, una in particolare, riguarda la mia infanzia, e la racconterΓ² presto”.
Film preferito?
“Sono tanti, ho difficoltΓ a scegliere. Le tante pietre miliari, prima di tutto. Poi, βMillion Dollar Babyβ, per una serie di motivi, ma forse βLe ali della libertΓ β, Γ¨ sopra a tutti”.
Attore e attrice preferito?
“Joaquin Phoenix. Hilary Swank”.
Regista preferito?
“Non riesco a sceglierne uno. Stanley Kubrick. Scorsese. Clint Eastwood. Lynch. Nolanβ¦ e possiamo andare avanti per un bel poβ⦔
Un film o un ruolo che avresti voluto interpretare?
“Joker, in βThe Dark Knightβ”.
Vale ancora sposarsi?
“Non oggi. Non in Italia”.
Com’Γ¨ l’amore nel film e nella vita?
“Totalmente nullo. Non ho davvero tempo per una vita privata, sono troppo concentrato sulla mia carriera”.
Cosa vorresti fare “da grande”?
“Quello che faccio ora. Magari di piΓΉ. Vivere e respirare lβaria del set o del palcoscenico, ogni giorno”.
Come ti vedi da anziano?
“Su unβisoletta deserta a scrivere”.
Ti fa paura la vecchiaia?
“SΓ¬. Adesso che ho superato i 30 anni, inizio, per la prima volta, a realizzare che il tempo passa davvero, e la cosa non mi piace”.
Che titolo daresti alla tua vita?
“La storia di colui che lascia tutto, per vivere un Sogno”.
Massimo CimΓ²



























