Sono quasi 300mila (esattamente 274mila) gli occupati in meno
nel mese di aprile, periodo di chiusura totale dovuta alla
quarantena, rispetto a marzo, quando qualche attività era ancora
aperta: è questo l’effetto del Covid-19 fotografato dall’Istat, che
rimarca una ulteriore forte crescita dell’inattività, un dato
mensile mai visto da quando si è iniziato a rilevare queste analisi,
ovvero dal 2004.
La diminuzione dell’occupazione è generalizzata, non fa
discriminazioni di genere né di tipologia di lavoro: coinvolge
donne (-1,5%, pari a -143mila), uomini (-1,0%, pari a -131mila),
dipendenti (-1,1% pari a -205mila), indipendenti (-1,3% pari a –
69mila) e tutte le classi d’età, portando il tasso di occupazione al
57,9% (-0,7 punti percentuali).
L’istituto nazionale di statistica evidenzia anche che le persone in
cerca di lavoro (-23,9% pari a -484mila unità) diminuiscono
maggiormente tra le donne (-30,6%, pari a -305mila unità)
rispetto agli uomini (-17,4%, pari a -179mila), con un calo in tutte
le classi di età. Il tasso di disoccupazione scende al 6,3% (-1,7
punti) e, tra i giovani, al 20,3% (-6,2 punti).
Pure la crescita del numero di inattivi (+5,4%, pari a +746mila
unità) non fa distinzioni: +5% tra le donne (pari a +438mila unità)
e +6% tra gli uomini (pari a +307mila). Il tasso di inattività si
attesta al 38,1% (+2,0 punti).
Istat: meno 274mila occupati in aprile
Gli effetti del Covid-19 sui lavoratori
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