In questo periodo di emergenza, altri numeri fanno riflettere sulle disuguaglianze sociali del nostro paese. Secondo l’8° rapporto sulla povertà sanitaria di Banco Farmaceutico, oltre 400mila persone non possono acquistare medicinali e almeno 173mila indigenti non hanno potuto chiedere aiuto agli enti assistenziali che, in una percentuale pari al 40,6%, hanno sospeso alcune attività e addirittura il 5,9% di loro ha chiuso e non ha riaperto. I poveri hanno a disposizione solo 10,15 € al mese per la propria spesa sanitaria, meno di 1/5 del resto della popolazione (che può spendere mediamente 65 € pro-capite).
Per il dossier, che si chiama esattamente Donare per curare – Povertà Sanitaria e Donazione Farmaci, edito da OPSan – Osservatorio sulla Povertà Sanitaria (organo di ricerca di Banco Farmaceutico), con il sostegno incondizionato di IBSA Farmaceutici e Aboca, la richiesta di medicinali da parte degli enti assistenziali che si prendono cura dei poveri, riguarda soprattutto farmaci per il tratto alimentare, il sistema nervoso, le malattie metaboliche, il sistema muscolo-scheletrico e l’apparato respiratorio. Servono, inoltre, in base al report, presidi medici e integratori alimentari.
Le difficoltà però non riguardano solo chi un reddito non ce l’ha: 7 milioni 867 mila persone non povere, pari a 3 milioni 564 mila famiglie, nel corso del 2019 (prima della pandemia), hanno dovuto sospendere o limitare almeno una volta la spesa necessaria per visite mediche e accertamenti periodici.
Appunto finale: il Governo non vuole approfittare del Mes “sanitario” (pur se si tratta di un prestito, ma quando certi soldi sono necessari, sono necessari, punto) e, tra i progetti legati al Recovery Fund, per la sanità ci sono 9 miliardi, la cifra più bassa tra tutte quelle da cui attingere rispetto ad altri interventi