Il Consiglio dei ministri ha detto sì alla proposta del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che dovrà dare attuazione, nel nostro paese, al programma Next Generation EU, varato dall’Unione europea per integrare il Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 alla luce delle conseguenze economiche e sociali della pandemia. Il testo sarà inviato a Camera e Senato.
Tre gli assi strategici attorno a cui ruota il PNRR, condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale, declinati in sei “Missioni”: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute. 47 le linee di intervento, con oltre il 70% delle quote dedicato agli investimenti, il 21% dei quali destinato ai privati.
Le risorse a disposizione sono pari a circa 210 miliardi di euro. Di questi, 144,2 miliardi finanziano “nuovi progetti” mentre i restanti 65,7 miliardi sono destinati a “progetti in essere”. Tale cifra deriva unendo ai fondi al Recovery Plan in senso stretto, ai quasi 20 miliardi del Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027 per nuovi progetti come la rete ferroviaria veloce, la portualità integrata, il trasporto locale sostenibile, la banda larga e il 5G, il ciclo integrale dei rifiuti, l’infrastrutturazione sociale e sanitaria del Mezzogiorno.
La prima tranche delle risorse, dice il Governo, pari al 70%, verrà impegnata entro la fine del 2022 e spesa entro la fine del 2023, il resto tra il 2023 e il 2025.
Incrementato il sostegno finanziario alla salute, che arriva a quasi 20 miliardi di euro, comprendendo anche assistenza di prossimità e telemedicina.