Commercio estero

Commercio con l’estero: drastico calo del 9,7%

La crisi economica mondiale non risparmia il commercio con l’estero nel 2020, che va giù rispetto al 2019 di quasi il 10%

Un drammatico calo del 9,7% rispetto al 2019 per il commercio con l’estero nell’orribile 2020. La crisi economica mondiale non risparmia dunque le esportazioni dei nostri prodotti, come certifica l’Istat. Una contrazione, dovuta per oltre un terzo al crollo di beni strumentali, estesa a tutti i principali mercati, con flessioni molto consistenti anche in Francia e Regno Unito. Molto contenuta invece la diminuzione dell’export verso la Cina.

Nel complesso del 2020, il crollo di quasi 10% è dovuto in particolare alla caduta delle esportazioni di macchinari e apparecchi (-12,6%), prodotti petroliferi raffinati (-42,1%) e articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (-20,8%). Risultano in aumento le vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+3,8%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+1,9%). In proposito la stessa Coldiretti parla di esportazioni di questo comparto che sfiorano i 47 miliardi di euro.

Secondo l’Istat, la flessione congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l’estero risulta più intensa per le esportazioni (-3,8%) rispetto alle importazioni (-1,1%).

Entrando nei numeri di dicembre 2020, l’export registra una crescita tendenziale del 3,3% (da +1,1% di novembre), dovuta all’aumento delle vendite anche qui verso i mercati europei e verso quelli extra europei, rispettivamente + 2,4% e +4,1%. E anche in questo mese, tra i settori indicati dall’Istituto di statistica in grado di contribuire maggiormente all’aumento tendenziale del commercio con l’estero ci sono i metalli di base e prodotti in metallo, ma non macchine e impianti (+21,8%), mezzi di trasporto (ma con esclusione degli autoveicoli in profondo rosso), con +28,5%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+7,8%). I maggiori cali per questo mese non confermano i dati annuali e riguardano prodotti petroliferi raffinati (-35,6%), articoli in pelle (-11,1%) e di abbigliamento (-9,6%).

Su base annua, sono più intensi i rapporti per il commercio con l’estero, con Germania (+7,7%), Stati Uniti (+7,9%), Regno Unito (+12,5%) e Cina (+18,3%). In diminuzione si segnalano le vendite verso paesi OPEC (-13,1%), Giappone (-9,7%) e Spagna (-2,7%).

Nell’ultimo mese del 2020, dice ancora l’Istat, si stima che il saldo commerciale risulti positivo per 6.844 milioni di euro, con un aumento di 1.780 milioni rispetto a dicembre 2019. In tutto il 2020 invece l’avanzo commerciale raggiunge +63.577 milioni (+86.125 milioni al netto dei prodotti energetici). Nel 2019 era stato pari a +56.116 milioni.

Nel mese di dicembre del passato anno inoltre i prezzi all’importazione aumentano dello 0,7% su base mensile e diminuiscono del 4,4% su base annua.

 

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