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Pil dell’Italia in ribasso: la crescita al 3,7%

Moodys stima in ribasso la crescita dell’Italia il cui Pil del 2021 è previsto al 3,7%

Le previsioni di crescita dell’Italia si fermano al 3,7% nel 2021, invece che al 5,6% stimato in precedenza: a sostenerlo è Moody’s, la società privata americana che disegna le linee sullo sviluppo delle nazioni. Crescita dunque che non delle migliori, per il nostro paese. Il motivo è purtroppo lo stesso da quasi un anno in qua: l’aumento dei contagi causa in particolare il fiorire di pericolose varianti del virus, che spiazza le soluzioni di sviluppo delle aziende che continuano a rimanere in un clima di paura e incertezza. Del resto, pure il Fondo monetario internazionale, in un suo recente documento, ha evidenziato come proprio l’incertezza elevata dovuta all’evoluzione della pandemia stia condizionando le vite e l’economia a livello globale, con una crescita che “potrebbe sorprendere in tutte le direzioni”. Crescita che sarà promossa solo con i progressi sanitari in tutto il mondo e l’uso dei vaccini per ogni strato di popolazione.

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Per Moody’s i paesi che fanno parte del G-20 (il foro internazionale che riunisce le principali economie del mondo e anche la nostra) potranno vedere un inizio di crescita nell’anno in corso, a un ritmo indicato del 5,3%. Questo però non avverrà in modo uniforme, cioè ci saranno settori e paesi in grado di cavarsela meglio di altri.

In tutta l’eurozona, rileva ancora l’analisi della società finanziaria, lo sviluppo è visto al 3,7% (era 4,7% a novembre) con una accelerazione al 3,9% ma solo nel 2022. Sarà questo l’anno in cui, prevedono gli esperti, la crescita del Pil reale sarà del 4,1%. Tra gli elementi positivi, l’arrivo di una personalità come Mario Draghi la cui competenza, secondo Moody’s, dovrebbe essere una garanzia per utilizzare al meglio e in modo efficace i 209 miliardi di euro del Recovery Fund che al momento spettano al nostro paese, con progetti mirati così da favorire la crescita.

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