di Adelaide Pierucci
Core è ancora pelle e ossa, ha un trauma cranico e un occhio fuoriuscito dall’orbita per le bastonate in testa (colpi di pala, forse), ma le ferite si stanno rimarginando. Core si salverà. E’ ottimista Gianluca Marchetti, il direttore della Clinica Veterinaria Guidonia dove Core è ricoverato grazie a una volontaria dell’Enpa, che lunedì piangendo, è riuscita a catturarlo in località Collemare, in aperta campagna a Castel Madama. E dove nel giorno del ricovero in clinica veterinari e assistenti hanno mollato tutto per assisterlo, medicarlo, e ancor prima spulciarlo. Core non aveva pelo, per via della rogna e una dermatite diffusa, ma rivestito di pulci e zecche, di zecche forse un migliaio. I veterinari lo hanno calato in una vasca di acciaio e chi lo sottoponeva al prelievo del sangue, chi disinfettava le ferite, chi lo visitava e chi lo liberava dalle zecche. Alla fine sono stati riempiti dei bicchieri di zecche. Core ora non ha più nemmeno una pulce.
Ieri Core – così l’ha voluto chiamare la sua eroina, Tania Magrini la volontaria dell’Enpa e di Fidolandya di Castel Madama che lo ha salvato – si è alzato, è rimasto per un po’ a quattro zampe, ed ha mangiato, senza essere imboccato con le siringhe, le sue pappe supernutrienti. “Core è un’animo candida”, dice il dottor Marchetti. “Ogni giorno è più forte, più felice. E’ consapevole delle sue condizioni, quando gli facciamo le medicazioni sopporta rassegnato e sereno. Prima non si opponeva perché non aveva la forza, ora perché, in cuor suo, sa che lo stiamo salvando”.
“Non era un cane randagio Core, almeno non selvatico. Si capisce subito che ha avuto un passato di socializzazione. Non è un cane che ha sempre vissuto in campagna, per strada. Ha avuto un padrone. Chi sia o sia stato non si sa. E’ certo solo che non veniva curato da mesi e mesi, e due giorni prima della cattura, del salvataggio, è stato maltrattato, o meglio quasi ammazzato”, ricostruisce il dottor Marchetti. Qualcuno sapeva che Tania Magrini da giorni cercava dietro ogni anfratto del paese quel cane pelle e ossa e senza pelo e forse quel qualcuno ha provato a farlo sparire per sempre, senza riuscirci.
Core martedì sarà sottoposto all’enucleazione dell’occhio perforato e fuoriuscito. Prima non era possibile operarlo, troppo debole, troppo infetto. “Chiuderemo la palpebra a fine operazione”, spiega Marchetti, “Il pelo ricrescerà. Il problema parassitosi lo ha risolto il primo giorno di ricovero e così Core potrà affrontare una nuova vita”. “L’ospedalizzazione deve essere essenziale, il tempo di garantire una qualità estrema delle terapie, ma la convalescenza è bene che la faccia a casa, in una casa”, spiega il veterinario.
IL COLPO ALLA TESTA
In testa Core ha dei tagli, di cui uno enorme – spiegano alla Clinica – e poi tumefazioni, lesioni varie, che si stanno cicatrizzando. “Concetrate prevalentemente sulla faccia”, chiarisce il veterinario, “Ecco perché siamo portati ad escludere l’investimento da parte di un’auto. E’ come se gli avessero dato una bastonata in testa. Violentissima”. I volontari dell’Enpa addirittura pensano a uno o più colpi di pala. La veterinaria Silvia Ballico, la prima della Clinica Veterinaria Guidonia a soccorrerlo e a chiedere aiuto ai colleghi lo cura con una dedizione estrema. “Noi qui curiamo con la stessa attenzione sia il randagio che il cane di proprietà”, chiarisce, emozionata. Ma non è proprio vero. Perché davanti a Core qualcuno di loro ha pianto. “Core però è un’anima candida, un paziente speciale”, ammette Marchetti.