Il commercio a Fonte Nuova sta vivendo una fase di profondo cambiamento. Negli ultimi anni si è registrata la chiusura di tanti negozi e ristoranti storici che non hanno retto l’urto della modernità, ma recentemente sono arrivati anche nuovi investimenti. Un territorio dove i grandi imprenditori hanno preferito puntare sul mattone e che sotto questo punto di vista ha poco da offrire perché la richiesta di nuove abitazioni è calata drasticamente.
Per analizzare questi aspetti e per capire come sta uscendo il commercio locale dalla crisi pandemica, abbiamo intervistato Diego Barillaro, presidente dell’associazione Scfn che da circa dodici anni è attiva sul territorio.
Barillaro su cosa siete concentrati in questo periodo?
Il nome dell’associazione è stato legato per un lungo periodo all’organizzazione della Notte Bianca che ha mosso l’indotto, creato unione tra i commercianti, ma alche qualche divisione. Quello che stiamo cercando di fare in questo periodo, insieme al vicepresidente Marco Terribile, è quello di diventare una vera e propria associazione di categoria fornendo servizi ai nostri associati. Quello che manca è un rapporto continuo con il comune di Fonte Nuova, anche se adesso con il nuovo assessore Cecilia Vitelli stiamo dialogando bene e ragionando su diverse iniziative.
All’interno della macchina amministrativa ci sono competenze di livello rispetto all’Urbanistica e all’Edilizia, perché è stato quello che ha mosso l’economia per anni, ma mancano ad esempio rispetto al commercio e ai nostri temi. Dall’altra parte vedo una nuova classe politica e dell’associazionismo che è sensibile a questi temi e quindi rimango ottimista per il futuro.
L’INTERVISTA COMPLETA SU TIBURNO IN EDICOLA DA MARTEDI’ 9 NOVEMBRE