Francesco Maria Dandini de Sylva, dirigente della Fratelli Pacifici Ing. Cesare e Lorenzo Spa, per parlare dei rincari di oggi parte dal passato. Eh sì, perché nel giro di tre-quattro mesi, rivela, le bollette sono aumentate del 100 per 100, quindi chi ne aveva una da 30mila euro se l’è trovata di 60mila, ce l’aveva addirittura di 100mila euro, l’ha vista lievitare a 200mila euro, con il kilowattora (cioè la quantità di energia elettrica consumata in un’ora) più costoso di almeno due-tre volte rispetto a prima. “E questo”, commenta Dandini de Sylva, “ha destato una preoccupazione enorme per tutto il comparto industriale, non solo quello delle attività estrattive, dei laboratori, delle fabbriche: qui stiamo arrivando a una catastrofe nazionale”.
La situazione di sofferenza riguarda tutta l’industria
E aggiunge: “Abbiamo poi un’altra problematica e cioè il comparto ordini con cui noi stiamo lavorando, è basato su un prezzario ormai non più corrispondente alla realtà, decisamente sorpassato. Tutti i prodotti che escono dalle mie fabbriche e da quelle dei miei colleghi, si basano su prezzi individuati almeno cinque-sei mesi fa, se non di più. Questo vuol dire che abbiamo una voce di prezzo che è raddoppiata e non poco”. E non è possibile aumentare i prodotti finali. Infatti, spiega l’imprenditore, “purtroppo siamo schiacciati tra i rincari e le commesse che abbiamo preso e firmato con i contratti, le dobbiamo onorare secondo gli accordi, senza costi maggiorati. Lo possiamo fare in futuro, ma adesso no. Va consegnata la commessa stabilita mesi e mesi fa con costi più elevati di prima”. Non c’è partita, insomma. “Quindi o consegni secondo contratto, e quindi ti sobbarchi alcuni costi andando anche in perdita, o non consegni e hai penali, rischiando pure la perdita di credibilità con il cliente, e non è proprio il caso”, sottolinea con forza Dandini de Sylva (pure presidente della sezione attività estrattive di Unindustria, l’Unione degli Industriali e delle imprese di Roma, Frosinone, Latina, Rieti, Viterbo). Non fa mistero di contare anche su un sostegno concreto da parte dello Stato, sul versante rincari energetici, con interventi a partire dalla diminuzione delle tassazioni che appesantiscono le bollette.
Una rinascita che si sta trasformando in un incubo
Chissà se sarà sufficiente allo scopo la dotazione a livello nazionale di 1,7 miliardi di euro che il 21 gennaio il Governo ha deciso di usare per frenare gli aumenti. Perché, ci tiene a precisare il nostro interlocutore, “le aziende si aspettavano in questo periodo una rinascita post-Covid, che invece si sta trasformando in un incubo per tantissimi imprenditori. Credo, spero, si stia assistendo a una tempesta perfetta, una bolla che deve per forza rientrare in una certa ordinarietà. Se dura ancora, e alcuni rumors parlano di ulteriori rincari dell’energia del 30%, può fare saltare tante imprese, già pressate da due anni e mezzo di pandemia”. Si tratta di un problema nazionale e non solo del settore del travertino o di Roma o del Lazio: investe tutta l’industria italiana e anche i normali consumatori, nella vita di tutti i giorni.
Non come il pre-Covid, ma di commesse ce n’erano. E poi…
E le aziende estrattive, come vivono questi momenti? “Sono accomunate alle altre tipologie di imprese in questa situazione di disagio, forse si trovano anche in una peggiore condizione perché tutti i macchinari da taglio e tutti i laboratori funzionano con l’elettricità, anche il pompaggio delle cave avviene con pompe elettriche. Dunque la voce del costo dell’energia elettrica è preponderante nell’attività estrattiva”. Ma il settore è ripartito? “Rispetto ai numeri pre-Covid, siamo ancora molto lontani. Considerando invece il periodo Covid si stava assistendo a un aumento dei numeri, a una certa richiesta di materiale. Del resto, stanno ripartendo le grandi catene alberghiere, con tante ristrutturazioni e grazie al superecobonus del 110% ci sono tanti lavori in Italia. Questo dava un certo respiro, che poi ci è stato un po’ troncato in gola, ecco”. Un volo interrotto? “Esattamente”, commenta.