L’Istituto europeo per la parità di genere premia la Regione Lazio: prima in Italia

La consigliera dem Eleonora Mattia: "Il riconoscimento è un plauso anche alla legge sulla parità salariale". Lei la prima firmataria

La Regione Lazio riconosciuta dall’EIGE – l’Istituto Europeo per la parità di genere- come l’unica in Italia per essersi distinta nella lotta contro le diseguaglianze di genere nel mercato del lavoro grazie ai 5 bandi di servizi e forniture avviati nel 2020 dalla Regione.  “Per la prima volta in Italia, sono state richieste condizioni per garantire la parità di genere tra i concorrenti ed ottenere premialità necessarie all’affidamento dei bandi – ha spiegato la consigliera regionale dem Eleonora Mattia, Presidente IX Commissione Consiglio Regionale del Lazio.

Sono onorata – ha aggiunto la Mattia – di essere parte di una squadra che, assieme al lavoro della giunta Zingaretti, ha portato il Lazio -primo a livello nazionale- all’approvazione della Legge 7/2021 sulla parità salariale, sostegno all’occupazione e imprenditoria femminile di qualità nonché valorizzazione delle competenze delle donne che mi ha vista prima firmataria.

Una legge trasversale che ha messo a sistema meccanismi di premialità nell’aggiudicazione dei bandi per le aziende virtuose in materia di equa rappresentanza di genere. Tra questi il possesso della certificazione internazionale di Social Accountability (SA 8000) che attesti l’assenza di verbali di conciliazione extragiudiziale per discriminazioni di genere, la presenza di asili nido nelle aziende o di altri strumenti dedicati alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nel rispetto del ruolo di cura familiare, nonché l’iscrizione al registro regionale per le aziende virtuose che attuano la parità salariale e le relative premialità ”.

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Dunque, non solo un riconoscimento che inserisce le politiche di genere della nostra regione tra le buone pratiche europee, ma un vero e proprio plauso – ha concluso la consigliera regionale dem- a una scelta di campo effettuata per essere dalla parte delle donne, della loro indipendenza e autonomia e per combattere le radici della violenza, spesso di natura economica, particolarmente emerse durante la pandemia. Abbiamo investito sul lavoro delle donne perché crediamo in una società in cui non vi siano differenze tra uomo e donna, per una società più giusta, più equa e che guardi al benessere di tutte e tutti”.

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