La 106esima edizione del Giro d’Italia prenderà il via dall’Abruzzo il 6 maggio e si concluderà il 28 dello stesso mese nella Capitale. La carovana attraverserà buona parte dello stivale toccando l’estremo meridionale in Basilicata e risalirà poi verso settentrione per raggiungere l’arco alpino dove, nella terza settimana, la contesa per la Maglia Rosa si infiammerà. Il percorso dell’edizione 2023 è stato presentato, come solitamente accade, ad ottobre dello scorso anno.
Tuttavia l’ultima tappa ha subito degli importanti cambiamenti rispetto al percorso presentato in quell’occasione. È stato reso noto, infatti, che l’ultimo atto della corsa non si svolgerà interamente su un circuito cittadino (come originariamente previsto e sul modello dell’ultima tappa del Giro 2018) ma presenterà anche un tratto in linea.
Il percorso
La 21esima ed ultima tappa sarà lunga 135 km e partirà dall’EUR. Da lì, tramite Via Cristoforo Colombo, il gruppo transiterà per il Lido di Ostia (verosimilmente per promuovere la varietà paesaggistica del territorio romano) e farà nuovamente rotta sull’Urbe.
Qui, come si legge sul sito della corsa “si entrerà in circuito di 17.6 km da ripetere 5 volte con arrivo previsto ai Fori Imperiali.
Il circuito toccherà molti dei luoghi simbolo di Roma come Colosseo, Fori Imperiali, Lungotevere, Ara Pacis, Villa Borghese, Castel Sant’Angelo, Circo Massimo e Terme di Caracalla e sfiorerà Piazza Navona, Piazza del Popolo e l’Isola Tiberina. Dopo Castel Sant’Angelo si percorrerà un tratto di via della Conciliazione, al cospetto della maestà della Basilica di San Pietro.
I precedenti
Diversamente dal Tour de France, che si conclude ogni anno a Parigi, al Giro d’Italia la sede dell’ultima tappa non è fissa. Tradizionalmente la corsa rosa si chiude a Milano, città de La Gazzetta dello Sport (che organizza la corsa dalla prima edizione del 1909), ma è capitato che terminasse anche a Torino, Trieste, Brescia e, ovviamente, Roma.
I precedenti più recenti sono quelli del 2009, anno in cui l’ultima tappa coincise con una bagnata cronometro individuale, e del 2018, quando una parte del gruppo chiese la neutralizzazione degli ultimi giri per la pericolosità del percorso (e non per le buche, come si disse allora per cavalcare la ben nota onda mediatica).
L’auspicio è che in questo 2023 il gran finale romano non susciti polemica alcuna e possa fare degna concorrenza ai Campi Elisi parigini. (F.L.)