Un bollettino alquanto pesante quello che emerge dai dati di Infocamere-Movimprese aggiornati al 31 dicembre scorso: negli ultimi dodici mesi hanno chiuso i battenti quasi 5.000 attività.
Si tratta delle imprese turistiche e del tempo libero, che soprattutto nell’ultimo triennio non hanno retto botta alla stoccata inferta dalla pandemia e dagli aumenti sui costi di energia (+200%) e materie prime.
Dalla tabella che riporta i dati, si rilevano solo nel 2022 persi: 4.339 bar, 70 ristoranti, 259 alberghi e 119 sale da ballo.
I dati, pubblicati in anteprima dal Sole 24 Ore, rendono chiaro l’impatto della crisi su questi settori che a oggi restano i più colpiti. Guardando alle attività registrate tra il 2019 e il 2022 balza agli occhi il trend negativo: il registro delle imprese ha perso 11.214 bar, 849 hotel, 233 discoteche.
A resistere sono solo i ristoranti che registrano, invece, una crescita nel triennio di 8.444 unità (+4%).
Leggendo ancora i numeri di questa “mattanza”, soffermandosi sulle iscrizioni, si nota anche un fermo del settore: le iscrizioni di nuovi bar nel 2022 sono 3.810 contro le 5.675 di tre anni prima. Per i ristoranti, nel 2022 si sono registrate 5.463 imprese, contro le 7.123 del 2019. Le sale da ballo hanno contato un’iscrizione pari alla metà: 41 nuove attività in epoca pre-pandemia contro 25.
Le province più colpite
I territori che hanno perso più imprese nei comparti esaminati sono quelle di Macerata nelle Marche, Ferrara e Parma in Emilia e Sondrio in Lombardia. In quest’ultima è la percentuale più elevata di saracinesche definitivamente abbassate per quanto riguarda i bar: -23,8%, in sostanza ha chiuso 1 bar su quattro.
Nella top ten tutta al negativo, c’è un’unica area metropolitana colpita ed è quella di Roma che nel triennio ha visto mancar all’appello più di 2.000 bar (-15,9%), il 2,7% dei ristoranti e il 13,7% delle strutture ricettive.
Qui la tabella