Torna l’ora legale in Italia, con le lancette dell’orologio che dovranno essere spostate in avanti di un’ora nella notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo. Si dormirà quindi un’ora in meno, ma avremo un’ora di luce naturale in più per altri 7 mesi, esattamente fino a domenica 29 ottobre quando torneremo nuovamente all’ora solare. Se smartphone, pc e tablet si aggiorneranno automaticamente, è il caso invece di fare attenzione nel ricordarsi di spostare manualmente le lancette dei nostri dispositivi analogici.
Più luce, meno sonno
Succederà esattamente alle 2: le lancette degli orologi dovranno essere infatti spostate un’ora in avanti. Il cambiamento ha effetti positivi sull’ambiente: le giornate si allungano, si consuma meno energia elettrica e si riduce l’emissione di anidride carbonica. Tuttavia, possono esserci conseguenze fastidiose per il nostro organismo: i disturbi più comuni sono un aumento dello stress, della fatica e del malumore. L’ora legale è stata reintrodotta in Italia nel 1966, dopo la pausa di venti anni dal 1920 al 1940, con l’obiettivo di risparmiare a livello energetico sull’illuminazione elettrica. In origine, nel 1916, l’introduzione era legata a una misura d’emergenza di guerra.
Secondo le stime di un’analisi della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), promotrice assieme a Consumerismo No Profit di una petizione online per mantenerla tutto l’anno, l’adozione dell’ora legale permanente produrrebbe nel nostro Paese, sulla base delle attuali tariffe elettriche, risparmi diretti in bolletta per 382 milioni di euro, grazie a minori consumi di energia per circa 720 milioni di kwh. Risparmio che salirebbe qualora nel corso dell’anno le tariffe elettriche dovessero subire incrementi.
Dal 2004 al 2022 – riporta l’Adnkronos – il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 10,9 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2 miliardi di euro si stima.
“A tutto ciò – commenta il presidente della società, Alessandro Miani – si aggiungerebbe un massiccio taglio alle emissioni climalteranti pari a 200.000 tonnellate di CO2 in meno, equivalenti a quella assorbita piantando dai 2 ai 6 milioni di nuovi alberi, con benefici per la salute umana e planetaria. L’abbandono del doppio cambio orario annuale farebbe inoltre cessare anche i piccoli disturbi di alterazione del ritmo circadiano che oggi sperimentiamo nel passaggio da ora solare a ora legale e viceversa, con effetti benefici sulla salute dei cittadini“, dice ancora Miani.