GUIDONIA - Ucciso a fucilate, il suocero della vittima si costituisce

Svolta nel delitto di Massimiliano Moneta: l’80enne Antonino Fedele si è presentato dai carabinieri

Lo cercavano da sei giorni, da quando il cadavere del genero era stato ritrovato senza vita nel suo podere, e oggi si è costituito.

Svolta nel delitto di Massimiliano Moneta, il 57enne di Marco Simone di Guidonia ucciso a fucilate il pomeriggio dell’11 aprile a Vada, in provincia di Livorno, in un terreno agricolo di proprietà di Antonino Fedele (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Oggi pomeriggio, lunedì 17 aprile, l’80enne si è presentato volontariamente dai carabinieri di Rosignano Marittimo.

Alessandra Fedele; nei riquadri, il marito Massimiliano Moneta e il padre Antonino Fedele

Il pensionato era ricercato dopo la morte di Massimiliano Moneta ucciso a colpi di fucile nel primo pomeriggio di martedì scorso nel terreno di Antonino Fedele, padre di Alessandra, la moglie della vittima e madre dei loro tre figli (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

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Martedì mattina Massimiliano Moneta era partito da Guidonia Montecelio in compagnia del suo avvocato per recarsi al Tribunale di Livorno e partecipare all’udienza che vedeva il 57enne imputato per sottrazione di minore.

Tuttavia il legale aveva accompagnato Moneta presso il podere di Antonino Fedele a Vada, dove aveva trovato la morte.

Da quel momento Antonino Fedele, soprannominato “Faccia d’angelo”, con un passato da latitante in Francia si era reso irreperibile.

Gli investigatori avevano ipotizzato che l’anziano si fosse rifugiato Oltralpe, oppure in Calabria, la sua terra d’origine.

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