MARCELLINA - Famiglia sequestrata e rapinata in villa, condannato il bandito

Moglie, marito e figlio per 5 ore in balìa dei ladri: 7 anni e mezzo di carcere per uno dei tre autori

Se li ritrovarono ai piedi del letto nel cuore della notte. Tre uomini incappucciati gli puntavano le torce sulla faccia e pretendevano i soldi. Tutti i soldi.

Le minacce e il fare deciso furono sufficienti alla banda di malviventi per fare razzia di gioielli, orologi e contanti pari a un bottino di circa 19 mila euro dopo aver tenuto sotto scacco i padroni di casa per 5 interminabili ore.

Accadde nella notte tra domenica 4 e lunedì 5 marzo del 2012 a Marcellina e il fatto spaventò l’intera comunità.

Ieri, mercoledì 17 maggio, per uno degli autori è arrivato il conto da pagare con la Giustizia.

Il Tribunale di Tivoli ha condannato in primo grado per rapina e sequestro di persona a 7 anni e sei mesi di reclusione oltre ad una multa di 2 mila euro Calogero Di Maria, 62enne pluri-pregiudicato di origini siciliane e trapiantato a Roma.

Il collegio presieduto da Nicola Di Grazia – a latere i giudici Sergio Umbriano e Matteo Petrolati – ha condiviso la tesi della Procura di Tivoli che aveva proposto una pena di 12 anni di galera e riconosciuto l’imputato come uno dei tre responsabili dell’assalto notturno alla villa della famiglia Valeriani di Marcellina.

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Stando alla ricostruzione degli investigatori dell’Arma dei carabinieri, poco dopo l’una di notte Calogero Di Maria insieme a due complici rimasti ignoti riuscì a introdursi in casa forzando una porta finestra al piano terra, dove furono rinvenuti segni di scasso.

Una volta all’interno, due rapinatori coi volti travisati da passamontagna piombarono in camera da letto di Domenico Valeriani e della moglie Lina Giosi, all’epoca 82 e 77 anni, svegliarono la coppia nel cuore della notte e la legarono mani e piedi con le stringhe di serranda.

Stesso trattamento fu riservato dal terzo uomo al figlio della coppia, il compianto Giovanni, all’epoca 46enne titolare dell’omonimo mobilificio nel centro del paese oramai chiuso.

Il commerciante dormiva nella sua stanza dove rimase sequestrato per tutto il tempo, anche lui legato con le corde delle tapparelle.

Domenico, ex dipendente delle Ferrovie dello Stato, fu colpito con un pugno nell’occhio.

Giovanni preso a calci su tutto il corpo.

A Lina i ladri spruzzarono lo spray soporifero sul volto.

Cinque ore da incubo, stando al racconto delle vittime, che riuscirono a slegarsi solo all’alba e ad allertare il 112 quando oramai erano le 6,45. Ai carabinieri le vittime riferirono che i banditi parlavano con un accento dell’Est Europa e indossavano i guanti, ma dalle indagini emerse un’altra verità.

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I rilievi effettuati dal Ris – Reparto Investigazioni Scientifiche – dell’Arma dei Carabinieri individuarono una prova schiacciante nei confronti di Calogero Di Maria, un curriculum di dieci pagine di reati commessi in tutta Italia tra rapine, furti e ricettazione. A distanza di undici anni dall’assalto in villa a Marcellina per il pluri-pregiudicato è arrivato il conto del Tribunale di Tivoli.

“E’ stata un’odissea durata fino alle cinque del mattino – raccontò l’anziano Domenico Valeriani a Tiburno, il settimanale della città del Nordest in edicola dal 1990 al dicembre 2021 – ci hanno preso pure i maglioni e la carne dal frigo. Siamo sotto choc, in quei momenti ho pensato di non farcela, la mia preoccupazione era per la salute di mia moglie e di mio figlio”.

Le motivazioni della sentenza di primo grado saranno depositate tra 60 giorni.

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