Due incontri ravvicinati nel giro di pochi giorni, un caso quasi unico in Italia. Chi ha abbandonato più tartarughe azzannatrici tra Capena e Morlupo? Il primo avvistamento è avvenuto nel giardino di una casa a Capena (LEGGI QUI), il secondo lungo la strada per Morlupo. Guai a maneggiarle, mordono.
Il secondo caso di avvistamento e cattura di una tartaruga azzannatrice è avvenuto sulla provinciale che collega Capena e Morlupo domenica pomeriggio. Il rettile è stato ritrovato da una coppia nella giornata di domenica attorno all’ora di pranzo. “Mio marito ed io – racconta Giorgia di Benedetto a Tiburno – ci stavamo dirigendo verso Morlupo e abbiamo visto la tartaruga in mezzo alla carreggiata”.
“Per evitare che venisse investita – continua la giovane donna – abbiamo fatto inversione e siamo scesi per aiutarla. Nel vederla l’ho immediatamente riconosciuta, viste le caratteristiche rese note in occasione del primo avvistamento. Ho quindi chiamato il numero di pronto intervento. I carabinieri forestali non sono potuti intervenire, ma mi hanno messa in contatto con l’esperto Andrea Lunerti, che ci ha subito invitato a non toccarla”.
Il rettile, un esemplare di chelydra serpentina, è originaria del Nord America. Il suo morso può causare ferite molto gravi. Nel maggio dello scorso anno fu catturata un’altra tartaruga della stessa specie in un condomino a Monteverde. “È la seconda in pochi giorni, a pochi chilometri di distanza dalla precedente ritrovata a Capena”, ha spiegato il naturalista Andrea Lunerti. “La ragazza ha riconosciuto il rettile grazie alle segnalazioni divulgate dalla stampa”.
La pericolosità
Gli esemplari della specie in questione sono abbastanza simili alle più diffuse e autoctone testudo hermanni, ma sono molto più aggressivi e pericolosi.
Con il loro morso, le tartarughe azzannatrici possono provocare profonde ferite. In caso di avvistamento, dunque, è fondamentale procedere ad isolarle con estrema attenzione agli arti e alle dita. In un secondo momento ci si può rivolgere alle competenti autorità zoofile o forestali. Questi due avvistamenti ravvicinati, molto probabilmente, sono dovuti alle copiose piogge dell’ultimo periodo, che hanno spinto i rettili ad allontanarsi da specchi e corsi d’acqua eccessivamente ingrossati.
Gli zoologi che si stanno occupando del caso sospettano che si tratti di esemplari abbandonati che potrebbero essere stati spinti dalle piogge abbondanti fuori da corsi d’acqua. l’allevamento in casa e la detenzione è vietata dal 1996. “Detengono illegalmente questi animali, poi si stufano e li abbandonano dove capita – spiega una zoologa a Tiburrno – In base al decreto del ministero dell’Ambiente del 1996, questo animale è in elenco tra le specie pericolose per l’incolumità pubblica e quindi il commercio e la detenzione da privati è vietata“. “Inoltre questa specie è considerata alloctona invasiva perché può arrecare danni alla fauna locale, essendo originaria del Nordamerica”, aggiunge l’esperta. (Federico Laudizi)