MONTEROTONDO – Politica in lutto, è morto l’ex consigliere comunale Antonio Terenzi

Il combattente di tante battaglie di Fratelli d'Italia se n’è andato all’età di 61 anni

Aveva sempre l’entusiasmo di un ragazzo. Quello che da giovane età lo portò ad avvicinarsi nelle fila del partito della destra italiana in una realtà come quella di Monterotondo radicalizzata nella memoria della Resistenza e della tradizione post-comunista.

Quindi un modo di essere, il suo, prima dentro Alleanza Nazionale e poi via via nelle diverse compagini della destra italiana, che non gli aveva portato alcun vantaggio personale.

Non se ne curava. Il suo era un impegno di onestà con sé stesso.

Antonio Terenzi si sentiva d’essere un combattente per la libertà e per la verità. Concetti che in lui coincidevano. Armato di una spontaneità verso le cause giuste detestava ogni forma di ipocrisia e filisteismo che vedeva nel mondo della sinistra.

E non si curava del fatto che tanta notorietà in converso alla tendenza generale della città poteva portargli ad avere poche amicizie e fortemente selezionate ma diversi detrattori. Era vero anche che Antonio Terenzi quel che perdeva in termini di impegno esistenziale lo recuperava attraverso la sua simpatia naturale.

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Il cronista lo ricorda lanciato in una battaglia impossibile nel denunciare la ragnatela di connessioni di interessi, quindi di potere, che esistevano nella sua Monterotondo. Impossibile, perché non possedeva prove schiaccianti, ma questo non significava che la battaglia per lui non dovesse essere affrontata. E la affrontò a muso duro. A costo di farsi diversi nemici.

Era il soldato che partiva lancia in resta. Era la voce amica che potevi ascoltare in un momento di sconforto. Era colui che non poteva rinunciare ad intrattenere un rapporto, anche personale, umano, di amicizia vera, con le persone con cui aveva a che fare per motivi di lavoro professionale o politico. Era la persona che credeva nella politica come impegno umano, esistenziale, che caratterizzava il meglio delle prospettive di una persona. Fare politica per lui era sinonimo di onestà, impegno, dedizione e spontaneo soccorso alle esigenze della società. Ed era per questo che detestava ogni corruttela, in qualsiasi luogo potesse accadere.

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Era capace anche di rotture apicali. Non faceva sconti con chi vedeva volesse fare il furbo. L’accusa tipica che lui rivolgeva era quella di fare “fatturato politico”. Intendeva un po’ tutto: guadagnare illecitamente dall’attività politica così come creare profitto personale da attività che doveva esser volta solo al fine sociale. Era diretto. Naturalmente restìo ad aderire a qualsiasi situazione o argomento poco chiaro.

Il saluto lasciato a Fabio Rampelli sul suo profilo Facebook dice molto di lui. Ringrazia il merito di chi, riteneva, essere stato importante nell’evoluzione della destra a formazione di governo.

Qualsiasi orientamento da cui deriva il proprio agire, non si può non salutare la scomparsa di Antonio con grande cordoglio. Una mancanza che tutti a Monterotondo avvertiranno.

(An. Na.)

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