GUIDONIA – Comune pronto ad acquisire i terreni dell’Albuccione, compreso il campo rom

Proposta di accordo con Asl e Regione per riqualificare il quartiere più degradato della città

Lo scopo dichiarato è valorizzare il territorio attraverso iniziative che coinvolgono sia la cittadinanza locale che le grandi strutture di interesse pubblico. Ma l’obiettivo primario è risolvere l’annosa problematica di chi ha costruito la propria abitazione abusivamente su terreni di proprietà pubblica.

Per questo il Comune di Guidonia Montecelio è pronto ad acquisire le aree destinate ai servizi pubblici e le aree della viabilità pubblica dell’Albuccione, il quartiere più degradato della città dove ha sede il campo rom abusivo più grande della provincia di Roma.

E’ quanto emerge dalla delibera numero 140 –CLICCA E LEGGI LA DELIBERA– approvata oggi, venerdì primo dicembre dalla giunta comunale guidata dal sindaco Mauro Lombardo. Con l’atto viene approvata la proposta di accordo – CLICCA E LEGGI LA PROPOSTA DI ACCORDO - di valorizzazione dei terreni dell’ex Santo Spirito tra Comune, Regione Lazio e Asl Roma 5, attuale proprietaria del disciolto Pio Istituto.

La proposta, avanzata dal consigliere comunale Maurizio Remoli e ratificata dall’assessorato Demanio e Patrimonio guidato dalla delegata Anna Mari, prevede attività e iniziative amministrative considerate di rilevante interesse pubblico, in quanto finalizzate a garantire lo sviluppo economico, la coesione sociale e la stabilità economica e finanziaria dell’Amministrazione pubblica.

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Il primo passo della proposta è l’alienazione dei terreni occupati dalle tre cooperative “L’Unitaria”, “Menghi” e “Jeranense”.

La vendita delle aree su cui insistono migliaia di abitazioni costituirebbe la possibilità di ottenere almeno 4 risultati:

a. introitare i proventi derivanti dalla TARI ed IMU;

b. introitare i proventi derivanti dagli oneri concessori che dovranno essere corrisposti all’ente pubblico a fronte del rilascio dei numerosissimi titoli in sanatoria, in esito alle istanze di condono edilizio, ancora inevase ed ancorate all’impossibilità di esibire il titolo di proprietà;

c. possibilità da parte dell’ente pubblico di dare esito alle numerose richieste di residenza attualmente inevase stante l’impossibilità del cittadino di esibire il titolo abilitante (titolo di proprietà);

d. possibilità da parte dell’ente pubblico di programmare in modo razionale tutti gli interventi necessari per la realizzazione della rete dei sottoservizi avendo a disposizione il quadro reale e complessivo della situazione, nonché le risorse provenienti da quanto descritto nei punti precedenti.

Se l’accordo andasse davvero in porto, il Comune diventerebbe inoltre titolare dei terreni attualmente della Asl sui quali sono stati realizzati a spese di Palazzo Matteotti la scuola “Giuliano Montelucci” e il “Parco I° Maggio”. Nell’accordo di valorizzazione è inserito anche il Comparto delle Attività produttive e della Parrocchia di Nostra Signora di Lourdes, anch’essi realizzati su aree dell’ex Istituto Santo Spirito.

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Discorso a parte merita l’area compresa tra il Piano di insediamento produttivo Tavernelle e il Centro Agroalimentare Romano di Setteville, anch’essa di proprietà della Asl Roma 5. Nella proposta l’amministrazione comunale si dice intenzionata a promuovere un’iniziativa pubblico-privata che vedrebbe da una parte il C.A.R. a sostenere l’onere per l’acquisto dell’intero comprensorio e dall’altra parte il Comune che a fronte dell’ampliamento dell’area produttiva riceverebbe quale contropartita l’area residua sulla quale realizzare servizi di livello territoriale con capacità attrattiva.

Nella proposta di accordo l’amministrazione ipotizza inoltre la realizzazione di un nuovo parco nell’area verde compresa tra la parrocchia, via Tiburtina e via Colajanni.

E il campo rom abusivo più grande della provincia di Roma adiacente alla scuola e al “Parco Primo Maggio”?

La proposta di accordo si limita a definire come “area polivalente” quella distesa di baracche confinante con la cooperativa L’Unitaria, l’area industriale, Via Tiburtina e Via dell’Albuccione, ma non specifica le iniziative da intraprendere. Soltanto nelle premesse, viene accennato un generico “piano inclusione campo rom non autorizzato”.

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