Prima affidato, poi revocato e aggiudicato alla seconda in graduatoria.
Così il “cambio appalto” per la gestione del cimitero di Tivoli è al vaglio della magistratura amministrativa. Oggi, martedì 5 dicembre, con l’ordinanza numero 18186 – CLICCA E LEGGI L’ORDINANZA - il Tar del Lazio ha accolto il ricorso della “Fratelli Abbate Snc”, azienda di Tivoli che a giugno scorso si era aggiudicata la gara dei “servizi funebri di valenza biennale” con un ribasso del 57,50% e ad agosto si era vista annullare in autotutela l’affidamento a favore della “Magif Servizi Srl” di Viterbo (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).
I giudici amministrativi hanno ordinato al Comune di Tivoli di esibire e rilasciare copia alla “Fratelli Abbate Snc” entro dieci giorni dell’offerta tecnica presentata dalla “Magif Servizi Srl”.
“Non si è verificata alcuna preclusione in assenza di un esplicito precedente diniego avente ad oggetto l’ostensione dell’offerta tecnica – si legge nel provvedimento del Tar del Lazio – non è stata dedotta né tanto meno comprovata l’esistenza di “segreti tecnici e commerciali” ostativi al chiesto accesso…, né tale esistenza è, anche solo in via logica, agevolmente desumibile dall’oggetto dell’appalto (concernente l’esecuzione di servizi funebri cimiteriali)”.
Secondo i giudici, la “Fratelli Abbate Snc” è “titolare di un interesse giuridicamente rilevante alla conoscenza della documentazione richiesta in relazione alla possibile riedizione della gara, trattandosi di procedura con due soli concorrenti”.
Nel ricorso al Tar la ditta, che da anni gestiva il cimitero di Tivoli, ha richiesto l’annullamento di tutti gli atti di revoca dell’aggiudicazione dell’appalto inizialmente vinto, oltre al risarcimento dei danni subiti e subendi, sia mediante reintegrazione in forma specifica con subentro nell’esecuzione del contratto di appalto, sia mediante ristoro per equivalente.
Per vederci chiaro, la “Fratelli Abbate Snc” aveva presentato in Comune istanza di accesso per visionare l’offerta tecnica presentata dalla ditta concorrente.
Il Comune glielo ha negato accampando “segreti tecnici e commerciali”.