In una famiglia è chiaro: la persona più sfortunata, più sgangherata, quella che porta i guai a casa, si aiuta. Si cerca di dare assistenza, conforto, ma anche di correggere. Si sorveglia affinché i suoi sbagli non siano insopportabili.
In un team sportivo viene messo da una parte. Non gioca. Al meglio “fa la panchina” ed è già una consolazione. Si sostiene psicologicamente a seconda delle capacità umanitarie dello staff o dell’allenatore.
Ma in un gruppo politico di massima rappresentanza, nella compagine di sostegno al governo, cosa si può fare nei confronti di un portatore di guai?
Andrea Del Mastro già aveva brillato alle cronache per aver suggerito a Giovanni Donzelli il fatto che deputati del PD andavano a trovare Cospito in carcere. Donzelli inaspettatamente l’aveva sparata in piena seduta camerale. Ma si trattava di una notizia riservata, non proprio di un segreto perché un deputato ha il diritto di andare a verificare le condizioni dei detenuti. In quel contesto quella polemica non serviva. Anzi, allontanava dal prendere una soluzione sul caso dello sciopero della fame messo in piedi dall’anarchico Cospito in carcere per essere sollevato dalla rigidità della detenzione da 41bis. Quella polemica feroce iniziata dalle parole di Del Mastro a Donzelli proprio non serviva.
Ed ora il caso del presunto pistolero. Dopo la vicenda del ferimento con un colpo di pistola durante la festa di Capodanno, Delmastro ha coinvolto il deputato Emanuele Pozzolo, ospite occasionale. “Non so nulla della dinamica perché non ero presente quando è successo il fatto, e quando sono rientrato era già accaduto tutto”. E sconsolato scaricandola sull’altro dice: “Se l’avessi immaginato gli avrei detto di non venire”.
È possibile che il povero Del Mastro sia solo molto sfortunato. Ma in certi ambienti molto competitivi anche la sfortuna è un limite oggettivo. Il personaggio viene allontanato sistematicamente. Sarà interessante vedere quale sarà l’atteggiamento della compagine di Fratelli d’Italia. Lo scaricheranno? Gli chiederanno di sedersi all’angolo e parlare il meno possibile? Oppure sarà un atteggiamento di solidarietà? Di sostegno morale, fraterno? Staremo a vedere.
Ancora più interessante dell’episodio in sé, della cui dinamica si capisce ben poco, sarà vedere quali sono le conseguenze a cui porterà. Quale fortuna politica attenda il deputato Andrea Del Mastro?
Sarà preso di mira dai giornalisti-canaglie al varco per il prossimo passo falso? Hanno già capito a chi dare il ruolo prima incarnato da Toninelli?
Il caso sarà analizzato come un caso di psicologia sociale e di inter-dinamica in contesti di competizione. E come si sarebbe comportato il partito di destra davanti a un episodio di questo tipo con protagonista uno che siede sui banchi dall’altra parte dell’emiciclo in Parlamento?
Le prevedibili invettive di alcuni rappresentanti del PD cercano di montare su un caso che non ha bisogno di ulteriori voci per essere chiassoso. È tutto fin troppo pazzesco per non associare anche parole polemiche che non aggiungono o tolgono nulla. Anzi! Inducono la parte aggredita a un serrare le fila. Quindi polemizzare in questi contesti è un errore.
Non è mai un errore però capire e osservare i comportamenti fenotipici dei soggetti chiamati a rispondere: Andrea Del Mastro, Giorgia Meloni, l’altro deputato coinvolto, Emanuele Pozzolo, tutto il gruppo dirigente di Fratelli d’Italia e poi sullo sfondo i colleghi della compagine governativa.