Già ottenere la proprietà per usucapione appare come un record. Riuscire addirittura a rivenderlo ad un terzo per 40 mila euro è da “campioni del mondo”.
Eppure, è accaduto con un terreno di proprietà della Asl Roma 5 di Tivoli, un tempo appartenente al disciolto Pio Istituto Santo Spirito.
Il caso singolare emerge dalla delibera numero 234 – CLICCA E LEGGI LA DELIBERA - firmata oggi, martedì 6 febbraio, dal Direttore Generale della Asl Giorgio Giulio Santonocito. Con la delibera l’Azienda Sanitaria Locale ha incaricato l’avvocato Valerio Tallini di di proporre un’azione giudiziaria presso il Tribunale Civile e impugnare l’atto di compravendita stipulato il 13 gennaio 2017 davanti al Notaio Mattia Valente di Avezzano e registrato sei giorni dopo presso l’Agenzia del Territorio di Roma 2.
Stando alla delibera, durante una verifica gli uffici dell’Asl hanno scoperto che sette anni fa un uomo – le generalità sono omissate nell’atto, ndr – è riuscito ad intestarsi il terreno ubicato nella zona dell’Albuccione, quartiere di Guidonia Montecelio, e a rivenderlo ad un’altra persona – anche in questo caso le generalità sono omissate nell’atto, ndr – per un valore complessivo pari a 40.140 euro.
Vale la pena ricordare che sui terreni dell’ex Pio Istituto Santo Spirito tra Tivoli e Guidonia Montecelio nel corso dei decenni migliaia di famiglie hanno costruito abusivamente senza mai riuscire a diventare titolari dei terreni agricoli di proprietà pubblica sui quali hanno realizzato le rispettive abitazioni.
Un obiettivo quasi mai raggiunto anche perché il Tribunale di Tivoli ha respinto il 95% delle richieste degli occupanti di acquistare il diritto di proprietà a titolo originario attraverso l’usucapione, dimostrando cioè di averne il possesso continuo, pacifico, ininterrotto e manifesto per almeno vent’anni.
E allora come è riuscito il primo uomo della vicenda emersa oggi a diventare proprietario del terreno pubblico?
A spiegare la procedura in un’intervista rilasciata il 15 settembre 2020 a Tiburno, il settimanale della Città del Nordest, fu il notaio Mattia Valente di Avezzano.
“La parte venditrice ha dichiarato sotto la propria responsabilità di essere in possesso pacifico pubblico e non clandestino di questi terreni”, spiegò il notaio Valente al settimanale Tiburno.
E’ sufficiente questo per stipulare l’atto di compravendita?
“Dal punto di vista della regolarità dell’atto da alcuni anni la Cassazione ha affermato a più riprese che la vendita è valida pienamente.
In questo caso il notaio deve avvisare in atto, così come risulta, che la parte venditrice dichiara di essere proprietaria perché ha il possesso pacifico continuativo e ininterrotto, una circostanza non verificabile dal notaio. Tuttavia il notaio deve avvisare le parti, e anche questo risulta dall’atto, sulla rischiosità della compravendita.
La Cassazione a più riprese ha affermato la validità dell’atto purché ci siano tali dichiarazioni in modo che la parte venditrice e la parte acquirente si rendano conto della possibilità che la prima non abbia maturato il possesso e allora l’impugnazione avrà come esito l’annullamento della compravendita”.
Ora la Asl Roma 5 reclama la proprietà dei terreni.
“La Asl ha la possibilità di far annullare il contratto e rivendicherà la proprietà. Quindi la parte acquirente, che è consapevole del rischio come risulta in atto, sarà costretta a ritrasferire la proprietà eventualmente alla Asl dichiarata avente diritto a seguito di sentenza. Ripeto, la vendita è corretta ma la parte acquirente è al corrente che è una situazione rischiosa.
L’Asl potrà agire per rivendicare la proprietà, tuttavia il venditore potrebbe dire che è suo: è la Asl a dover dare la prova che non fosse in possesso dei terreni”.
Ora spetterà al Tribunale di Tivoli stabilire se il rogito notarile sia o meno valido.