Grande festa all’Ospedale “San Giovanni Evangelista” di Tivoli.
La riapertura dopo sei mesi dal devastante incendio è stata suggellata subito dopo lo scoccare della mezzanotte di ieri, mercoledì 29 maggio dalla nascita di Gioia (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).
Un bellissimo momento simbolo di rinascita e rinnovamento, salutato festosamente da tutto il personale deI reparto di Ostetricia che si è preso cura della nascitura.
La piccola Gioia, 3 chilogrammi e 35 grammi per 51 centimetri di lunghezza, ha riempito proprio di “gioia” il cuore dei suoi genitori, mamma Veronica Ranaldi, 27 anni, e Angelo Febbi, di 32 anni, e di tutta la loro famiglia.
La giovane coppia residente a San Polo dei Cavalieri, che attualmente vive a Vicovaro, è fidanzata da otto anni. Lui ha un lavoro di portierato, lei precedentemente è stata impegnata nel mercato delle bomboniere artigianali.
Ancora ricoverata al “San Giovanni Evangelista”, a 24 ore dal lieto evento la “neo mamma” racconta l’emozione di diventare genitore.
Gioia, c’è un motivo particolare per la scelta di questo nome?
“Questo nome, per me, ha già un valore inestimabile di per sé. Lei è la gioia della mia vita! Io desideravo avere un figlio già da quattro anni, ho una relazione stabile, amo il mio compagno e sentivo il bisogno di “espandere” la famiglia. Lei è Gioia in tutto e per tutto”.
Che emozione ha provato durante il parto?
“È stato un momento unico! Un insieme di emozioni fortissime. Il 26 maggio è stato il mio compleanno è Gioia è stata il regalo più bello che potessi ricevere”.
Il padre ha assistito al parto?
“Si, il mio compagno ha assistito. È stato un aiuto fondamentale per me, mi è stato vicino, e mi ha sostenuto durante tutto il parto naturale. Sentivo la sua voce che mi guidava e la sua presenza è stata fondamentale. Proprio in quel momento ho capito di amarlo ancora più di prima.
Questo momento così unico ha dato ancora più valore al nostro amore. Spesso si dice che un figlio o ti allontana o ti unisce. La nascita della nostra amata Gioia ci ha avvicinato ancora di più ed ha reso il nostro rapporto ancora più indistruttibile”.
La sensazione quando avete abbracciato per la prima volta la vostra bambina?
“Il mio compagno si era già innamorato di Gioia mentre nasceva. L’ha presa in braccio per la prima volta ieri sera, all’incontro con i papà. È stato un momento molto tenero, era molto delicato nel prenderla in braccio perché, vedendo la bambina così piccola e fragile, aveva timore di farle del male.
Io invece ho provato la sensazione di “avere tutto”, come se non mi mancasse più nulla. Mi sentivo finalmente completa”.
Che tipo di genitore vuole essere per sua figlia?
“Voglio essere una mamma con la M maiuscola ma soprattutto una migliore amica. Nella vita le persone possono deluderti o tradirti, anche a me è successo, ed io ho sempre avuto vicino la mia mamma. Lei c’è sempre stata per me. Voglio essere lo stesso per mia figlia”.
La nascita di Gioia coincide con la riapertura dell’ospedale: come si è trovata con il personale sanitario?
“Sono stata seguita durante il parto dalle ostetriche Roberta Ercolani e Giuseppina Fornari.
Tutto il personale è stato molto accogliente con me, sono venuti tutti a trovarmi.
Ho visto la loro felicità nell’assistere alla nascita di una bambina nel “nuovo” San Giovanni Evangelista. Sono stata contenta di partorire a Tivoli perché sia io che il mio compagno Angelo siamo nati qui e adesso anche la nostra Gioia”.
Auguriamo allora ai “neo” genitori e alla piccola Gioia una vita piena di amore e di…gioia!
(Claudia Santolamazza)