TIVOLI – “Sono stato io”, il pirata della strada confessa davanti al giudice

Interrogatorio in carcere per Mohamed Gebril, l’egiziano che ha investito e ucciso Daniela Circelli

“Guidavo io, non sono riuscito ad evitarla e sono fuggito per paura”.

Daniela Circelli, 39enne, imprenditrice di Guidonia Centro

Sono in sintesi le parole rese da Mohamed Samy Aref Gebril, l’egiziano di 26 anni accusato della morte di Daniela Circelli, la 39enne di Guidonia Centro, dipendente Amazon e mamma di due figli, travolta e lasciata senza vita sull’asfalto della Tiburtina a Tivoli Terme mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali nella notte tra domenica 8 e lunedì 9 settembre (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Stamane, venerdì 20 settembre, il 26enne, incensurato, regolare in Italia e con un contratto di lavoro presso il Centro Agroalimentare Romano di Setteville di Guidonia, è stato sottoposto all’interrogatorio di garanzia dalla Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Tivoli Emanuela Maria Francini che martedì 17 settembre ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita dai Carabinieri della Compagnia di Tivoli.

A Mohamed Samy Aref Gebril il pubblico ministero titolare dell’indagine, Gabriele Iuzzolino, contesta le accuse di omicidio stradale, omissione di soccorso e calunnia (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Stamattina nel carcere di Rebibbia, dove è detenuto, il giovane nordafricano ha confermato alla giudice Francini quanto già riferito venerdì scorso 13 settembre ai carabinieri di Tivoli Terme.

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In quel caso Gebril era tornato nella caserma di via Vittorio Alfieri per rettificare la versione resa a 48 ore dal tragico investimento stradale costato la vita a Daniela Circelli, quando i carabinieri lo rintracciarono in un appartamento a Villalba di Guidonia, diverso da quello in cui risiede a Tivoli Terme.

Davanti agli investigatori Gebril negò le sue responsabilità scaricando la colpa su un connazionale che viaggiava insieme a lui nella Volkswagen Golf, intestata ad un tunisino titolare di un’attività commerciale a Tivoli Terme.

Strategia che gli è costata anche la denuncia per calunnia.

A distanza di pochi giorni, il cambio di versione e l’ammissione di responsabilità ribadita stamane nell’interrogatorio in carcere.

Gebril ha raccontato che nella notte tra domenica 8 e lunedì 9 settembre era alla guida della Volkswagen Golf insieme ad un connazionale, mentre un terzo connazionale guidava una Bmw.

Nessuna gara clandestina, come ipotizzato inizialmente da alcuni organi di informazione.

Ma la responsabilità di aver lanciato l’auto a tutto gas sulla via Tiburtina in una notte di pioggia, mentre Daniela Circelli attraversava la strada sulle strisce per raggiungere l’opposta carreggiata dove la attendeva in auto un collega insieme al quale avrebbe raggiunto la sede di lavoro, lo stabilimento Amazon di Settecamini.

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E la responsabilità di essere fuggito senza prestare soccorso alla vittima.

La Procura di Tivoli ha chiesto e ottenuto la custodia cautelare in carcere per la pericolosità sociale del 26enne incensurato e soprattutto per il concreto pericolo di fuga che ha permesso agli inquirenti di fermare il sospettato e di condurlo in carcere senza sottoporlo all’interrogatorio preventivo.

Interrogatorio altrimenti necessario sulla base della Legge Nordio approvata nei giorni scorsi che offre una maggiore tutela all’indagato, consentendogli di esporre le proprie ragioni e difese prima dell’adozione di una misura cautelare, così evitando che questa venga inutilmente disposta.

Al termine dell’interrogatorio di garanzia di stamattina, la Giudice per le Indagini Preliminari Emanuela Maria Francini si è riservata sulla decisione se lasciare Gebril in carcere, oppure concedergli misure alternative.

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