GUIDONIA - Alunno disabile aggressivo in classe, le mamme non mandano i figli a scuola

Storia di una mancata integrazione: i genitori chiedono un incontro con la preside per essere rassicurati

La notizia del suo trasferimento, veicolata dai docenti ai ragazzi e riportata dagli alunni alle famiglie, ha finito per preoccupare a tal punto i genitori da decidere di non mandare i figli a scuola.

Accade all’Istituto Comprensivo “Eduardo De Filippo” di Colleverde, quartiere di Guidonia Montecelio.

Da stamane, lunedì 28 ottobre, i genitori di una classe della scuola media hanno iniziato una protesta nei confronti dell’Istituto per il prossimo inserimento di un alunno portatore di handicap, un ragazzo “speciale” descritto come particolarmente aggressivo in una lunga lettera inviata alla redazione del quotidiano on line Tiburno.Tv.

Stamattina una delegazione di mamme e papà si è inoltre presentata nella scuola di via Monte Bianco per richiedere un incontro con la preside Elisabetta Carmela Dedato, dirigente anche dell’Istituto comprensivo “Giuliano Montelucci” di Colle Fiorito.

“Siamo stati ricevuti dai suoi collaboratori – spiega una mamma – i quali ci hanno rassicurati che la situazione è sotto controllo e che dobbiamo stare tranquilli.

Ci resta difficile comprendere come sia stato possibile trovare una soluzione se soltanto venerdì scorso i docenti hanno informato i nostri figli del trasferimento dell’alunno, raccomandando ai ragazzi di fare molta attenzione.

La nostra impressione è che vogliano tenerci buoni: vogliamo avere risposte ed essere rassicurati, finché la preside non ci riceve per un colloquio i nostri figli restano a casa”.

Nella lunga lettera inviata al quotidiano Tiburno.Tv, i genitori raccontano che venerdì scorso 25 ottobre i figli sarebbero tornati a casa da scuola preoccupati e impauriti: l’insegnante avrebbe infatti comunicato ai ragazzi l’inserimento in classe di un compagno “speciale” e il trasferimento della scolaresca in un’aula più grande per consentire al nuovo alunno di sedere al primo banco da solo.

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“L’insegnante – riferiscono i genitori – ha spiegato che dietro di lui non deve esserci nessuno, raccomandando ai nostri figli di tenere i cellulari in borsa, le penne e le matite nascoste e di non portare i compassi.

La docente ha inoltre raccomandato di non rispondere, se il ragazzo dà uno schiaffo o compie gesti oltraggiosi”.

Nella lunga lettera le famiglie raccontano le preoccupazioni nate dopo aver assunto ulteriori informazioni sul nuovo compagno dei loro figli da parte dei genitori della classe che ha frequentato finora.

“Ha un insegnante di sostegno ma con tutte le precauzioni non si è riusciti a contenerlo”, scrivono le mamme elencando una serie di episodi appresi.

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“Una settimana fa – rivelano – il ragazzo, preso da una furia incontrollabile, ha spaccato una classe intera nel vero senso della parola: questo episodio ha portato i genitori degli altri alunni della classe a disertare la scuola, scrivendo alla preside che i ragazzi sarebbero tornati solo se lei prendeva provvedimenti”.

“Se l’alunno ha diritto all’istruzione e ad a esser seguito – è il ragionamento di mamme e papà – gli altri ragazzi hanno il diritto di andare a scuola in sicurezza.

L’Istituto risolve il problema spostando il ragazzo in un’altra classe, facendo terrorismo sui nostri figli per prepararli agli eventi catastrofici.

Noi genitori pensiamo che tutti hanno diritto allo studio, però non si può mandare un figlio a scuola con la paura che possa succedere una tragedia, non dobbiamo intervenire quando poi è successo”.

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