Latino alle medie, Bibbia alle elementari e scrittura a mano.
Sono soltanto alcune delle novità contenute nel decreto-legge che introduce le Nuove Indicazioni Nazionali (i nuovi programmi) per le scuole elementari e medie a partire dall’anno scolastico 2026-2027.
Una Riforma che fa discutere quella del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).
Per questo il quotidiano on line Tiburno.Tv ha intervistato gli addetti ai lavori, registrando le opinioni di presidi da una parte e studenti dall’altra.
Sara Galimberti, 23 anni di Sant’Angelo Romano, nel 2020 si è diplomata con 100/100 presso il Liceo delle Scienze Umane di Guidonia e sta terminando il corso di studi per la Laurea triennale in Astrofisica.
Il suo sogno è fare la ricercatrice.
– Ritiene formativo inserire l’opzione del Latino facoltativo in seconda e terza media anche per gli alunni che sceglieranno un Istituto secondario superiore in cui non si insegna il Latino?
“No, non ritengo che tale scelta, per quanto facoltativa, possa rivelarsi un incremento formativo per gli studenti.
Mi spiego meglio: personalmente ho studiato latino e mi sono dilettata sia nella grammatica che nella letteratura della lingua, tuttavia, professionalmente tale studio resta per me una semplice conoscenza aggiuntiva.
Piuttosto, lascerei allo studente la scelta di approfondire materie scientifiche quali chimica, fisica ed informatica; nonché incentivare lo studio delle lingue extraeuropee”.
– Come considera l’inserimento dello studio della Bibbia per rafforzare le conoscenze delle radici della cultura italiana?
“La cultura italiana, dal punto di vista antropologico, è un intreccio molto sofisticato delle manifestazioni sociali e spirituali del nostro popolo.
Per quanto il nostro rapporto con la religione dal punto di vista storico sia ben saldo, non credo che le radici della nostra cultura possano essere riassunte da un testo quale Bibbia.
Bisognerebbe piuttosto concentrarsi di più sullo studio della nostra costituzione, nonché sulla riscoperta dei dialetti e degli artigianati locali”.
– Non crede che sia opportuno inserire lo studio delle Religioni Comparate (Islam, Buddhismo, Induismo, Shintoismo)?
“Trovo che lo studio della religione nel suo complesso sia molto interessante, nonché ottimo per incentivare la comprensione reciproca.
Durante i miei anni di liceo, infatti, le ore di religione venivano impiegate nel discutere tutte le religioni e non la singola religione cattolica.
Pertanto trovo molto formativa l’idea di inserire il dialogo sulle varie religioni del mondo anche nelle scuole primarie”.
– Ritiene che l’insegnamento della Geo-Storia negli ultimi 15 anni sia stato utile?
“Sì.
La geografia e la storia sono fondamentali per la conoscenza del luogo e del periodo storico in cui ci troviamo sia come individui che come collettività.
La materia nata dall’unione delle due presenta un programma snellito e flessibile, in grado di contestualizzare gli eventi storici e definire i contorni del nostro presente.
Senza storia non c’è cultura, senza geografia non siamo da nessuna parte”.
– Ritiene utile tornare allo studio di testi “a memoria”? E perché?
“Decisamente no. Se fossi nata pappagallo al momento mi troverei in Amazzonia.
Bisogna incentivare piuttosto la logica e il ragionamento matematico e scientifico. Abbiamo bisogno di menti pensanti e scattanti, non di poesie che il giorno dopo già abbiamo scordato.
Così si tende solo a peggiorare il rapporto e la possibile passione che dovrebbe nascere nella lettura e nello studio della letteratura”.
– La Riforma prevede più Musica e più Sport: secondo Lei, le scuole hanno gli spazi adeguati per implementare le discipline di studio?
“Secondo i dati raccolti da Open Polis, l’età media degli edifici scolastici italiani supera i 50 anni, con il 59% delle scuole costruite prima del 1976.
La musica e lo sport sono fondamentali per la formazione dei giovani; ma è altresì fondamentale fare lezione in ambienti confortevoli e privi di cedimenti strutturali”.
– Come si combatte l’ “analfabetismo di ritorno”?
“Il mancato esercizio delle competenze alfanumeriche è la principale causa di ‘analfabetismo di ritorno’. Il mio campo di studi (molto distante da questi argomenti) non mi consente di addentrarmi nel dare una risposta netta al problema, tuttavia posso dare la mia opinione.
Spesso i ragazzi, di questa generazione, si trovano bombardati di informazioni e pertanto decidono di prestare meno attenzione alle cose che credono essere marginali.
Per combattere tale pratica bisognerebbe creare un percorso di formazione continua e aggiornare il metodo di insegnamento con innovazioni accattivanti, abbandonando il classico approccio delle lezioni frontali”.
– Un voto alla proposta di Riforma da zero a dieci.
“Invece di avanzare e cercare di stringere la mano al progresso, corriamo in cerchio.
Un po’ come disse la mia professoressa di letteratura italiana ad un compagno impreparato: “Ti metto 4 per l’impegno, sperando in un recupero futuro. Ma se dovessi essere esigente, questo sarebbe un bel 2”.