GUIDONIA - “Mio marito mi maltratta. Anzi, no”: imputato assolto

La 33enne italiana ritira la querela: il Tribunale di Tivoli dichiara di non doversi procedere

Dopo l’ennesima sfuriata del marito, era stata accompagnata in ospedale per medicare le ferite e soltanto allora lei aveva deciso di raccontare i soprusi subiti per 5 anni.

Ma successivamente la donna ha ritirato la querela.

Per questo ieri, martedì 20 maggio, il Tribunale di Tivoli ha dichiarato di non doversi procedere nei confronti di un 49enne italiano residente a Guidonia Montecelio imputato per maltrattamenti e lesioni personali aggravate ai danni della moglie, una 33enne anche lei italiana.

Il Collegio presieduto da Rosaramaria Mesiti – a latere le giudici Teresa Antonella Garcea e Maria Grazia Patrizi – ha riqualificato i reati contestati in percosse e minacce e, a fronte della remissione di querela da parte della vittima, li ha dichiarati estinti.

Di conseguenza il Tribunale ha disposto la perdita di efficacia della misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento applicata dopo la scarcerazione.

La vicenda emerse il 5 febbraio 2024 a Villalba, quartiere di Guidonia Montecelio dove il 49enne e la 33enne abitavano insieme al loro figlio minore.

LEGGI ANCHE  TIVOLI - Al “Giubileo dei giovani” 260 ragazzi della Diocesi tiburtina

La donna allertò il Numero Unico per le Emergenze 112 a seguito di un’aggressione da parte del marito e fu trasportata al pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni Evangelista” di Tivoli, dove le furono riscontrate lesioni giudicate guaribili con una prognosi di 10 giorni.

Successivamente presentò denuncia raccontando che quel giorno l’uomo era andato in escandescenza perché la donna si era truccata per andare a riprendere la figlia a scuola.

Infuriato, il 49enne avrebbe cominciato a lanciarle contro il telefono, le sigarette, la piastra per i capelli fino a scaraventare sul pavimento la pentola con l’acqua calda sul fornello. In un’escalation di violenza, l’uomo le avrebbe sferrato pugni sui fianchi, trascinata per i capelli, schiaffeggiata al volto e buttata fuori casa insieme ai suoi effetti personali. Inoltre, mentre la 33enne tentava di riaprire la porta di casa, l’uomo glielo ha impedito chiudendole con forza la mano all’interno del montante e causandole delle lesioni.

LEGGI ANCHE  MENTANA - Terme, sconti del 20% ai residenti e biglietti gratis agli indigenti

Nella denuncia la donna riferì anche di essere stata sottoposta dal 2019 a quel 5 febbraio 2024 ad una serie di maltrattamenti fisici e psicologici a cadenza quotidiana anche in presenza del figlio minore.

Stando sempre al racconto della 33enne, quando il marito era sotto effetto di sostanze stupefacenti o quando era in ristrettezze economiche per l’acquisto di droga, la avrebbe minacciata di morte.

Il 49enne sarebbe stato solito denigrarla, impedendole di frequentare gli amici, controllandole il telefono, colpendola con schiaffi e calci su varie parti del corpo, spintonandola e danneggiando mobili, infissi e pareti in cartongesso.

Un incubo durato 5 anni, a detta della donna che ha ritirato la querela.

Il Tribunale ha addebitato le spese processuali al 49enne.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 60 giorni.

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.