TIVOLI - “Paga con gli interessi o faccio prostituire tua moglie”: assolto il presunto strozzino

Il 45enne imprenditore scagionato dal Tribunale: la Procura aveva chiesto 8 anni e mezzo di galera

La presunta vittima raccontò di non riuscire più a far fronte agli interessi e per questo di esser stato minacciato, picchiato ed esortato a far prostituire la moglie fino all’estinzione del debito.

Ma nel corso del dibattimento le accuse si sono praticamente dissolte.

Per martedì 24 giugno il Tribunale di Tivoli ha assolto in primo grado dalle accuse di usura ed estorsione Francesco D. M., 45enne imprenditore originario di Napoli e residente a San Cesareo.

Il Collegio presieduto da Rosamaria Mesiti – a latere i giudici Teresa Antonella Garcea e Matteo Petrolati – ha respinto la richiesta di condanna a 8 anni, 6 mesi e 3 mila euro di multa formulata dalla Procura di Tivoli, condividendo invece la tesi difensiva degli avvocati Gianluca Tognozzi e David Leggi di Roma.

Così Francesco D. M. è stato assolto per non aver commesso il fatto dall’accusa di usura e perché il fatto non sussiste dall’imputazione di estorsione.

La vicenda emerse a gennaio del 2016, quando l’uomo venne arrestato dai carabinieri di Palestrina in concorso con Rodolfo L., imprenditore oggi 38enne originario di Palestrina.

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A incastrarli fu Roberto F. oggi 60enne imprenditore edile in difficoltà economiche aveva chiesto a due un prestito di 10 mila euro, materialmente finanziati dal 45enne Francesco D. M.

Secondo la ricostruzione della Procura di Tivoli, da ottobre 2013 fino a maggio 2015, a fronte di un prestito cosiddetto “a fermo” di 10 mila euro, i due presunti strozzini si sarebbero fatti promettere e dare interessi mensili pari a 1650 euro, ferma restando la restituzione del capitale iniziale.

Insomma, i due imprenditori avrebbero così praticato un interesse sull’operazione finanziaria pari al 16,5% al mese, superiore al tasso soglia trimestrale stabilito per tale categoria di finanziamenti.

Secondo gli inquirenti, Roberto F. nel tempo avrebbe pagato quattro volte la cifra ma non sarebbe riuscito più a far fronte agli altissimi interessi mensili.

A fronte dell’impossibilità di onorare il proprio debito, tra giugno e luglio 2015 ed il 2 settembre 2015 il 60enne sarebbe stato costretto a consegnare a titolo risarcitorio una vettura Mercedes Classe C della moglie e un autocarro con cui lavorava.

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A dire della presunta vittima, i due lo avrebbero prima preso a pugni in faccia e minacciato di spezzargli le gambe.

In una seconda occasione lo avrebbero colpito con pugni e calci al volto causandogli lesioni considerate guaribili in 15 giorni. Infine, Francesco D. M. – con la partecipazione morale di Rodolfo L. – gli avrebbe prospettato la morte ed il rapimento della sua compagna per costringerla a prostituirsi al fine di sanare il debito: in tal modo il 45enne avrebbe ottenuto il pagamento continuato degli interessi usurari e la consegna delle due vetture.

Dal processo di primo grado è emersa l’assoluta estraneità ai fatti di Francesco D. M.: le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni.

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