CAPENA – L’ordine del Comune: “Divieto di maleducazione” in piazza

Capena alza la voce: “Stop alla maleducazione, la piazza non è un luna park!”

Divieto di maleducazione, a Capena. Un luogo simbolo della comunità, appena restituito ai cittadini dopo un’importante riqualificazione, sta diventando teatro di inciviltà e pericolosi atti di vandalismo. Il Comune quindi è sceso in campo per dire basta lancianco un appello forte e chiaro: “La piazza è di tutti, va rispettata.”

Panchine danneggiate, arredi rovinati, giochi pericolosi in bici e addirittura un faro dell’illuminazione rotto. Scene che contrastano con lo spirito con cui è stato pensato questo spazio: un punto di incontro sicuro, bello e accogliente per famiglie, giovani, anziani.

Il post col divieto

La piazza non è un campo di battaglia né un circuito da acrobazie. È il cuore del nostro paese, e come tale va tutelato,” afferma l’amministrazione comunale in un post istituzionale.

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Le telecamere di sorveglianza sono attive e chi verrà identificato sarà chiamato a rispondere dei danni arrecati. L’appello è diretto a tutta la cittadinanza: il rispetto delle regole è un dovere condiviso.

Abbiamo investito risorse ed energie per riqualificare questo spazio. Ora tocca a ciascuno di noi difenderlo. Non basta indignarsi: serve educazione, senso civico e controllo da parte degli adulti.”

Le voci dei cittadini: “Educazione assente. E i genitori?”

Le segnalazioni dei cittadini si moltiplicano, tra sconcerto e amarezza. “Che dire, giusto ieri passavo per la piazza: orde di ragazzini e ragazzine con le bici facevano giochi pericolosi, come sollevare la ruota anteriore e pedalare su quella posteriore,” racconta un residente.

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Un episodio ha destato particolare preoccupazione: “Pochi giorni fa, uno di questi ragazzini ha perso il controllo della bici ed è finito contro un muretto in via Bruno Buozzi. Possibile che nessun adulto li controlli? Forse la polizia municipale dovrebbe essere più presente.”

C’è anche chi punta il dito sulla responsabilità educativa: “L’educazione non esiste più. Se si scopre chi ha fatto i danni, che paghino i genitori. Se ci sono le telecamere, usatele. Non può sempre passare tutto sotto silenzio.”

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