CIVITELLA SAN PAOLO – Flotilla, Tommaso Bortolazzi è tornato a casa: “Maltrattati dagli israeliani”

Fine di un incubo per il 42enne skipper preso in ostaggio durante la missione umanitaria per Gaza

E’ tornato a casa Tommaso Bortolazzi, lo skipper professionista di 42 anni originario dei Castelli Romani e residente a Civitella San Paolo, attivista della Flotilla Sumud arrestato in Israele (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Dopo tre notti in cella nel carcere di massima sicurezza nel deserto del Neghev, a mezzanotte di ieri, sabato 4 ottobre, Bortolazzi ha riabbracciato parenti e amici all’aeroporto di Fiumicino insieme ad altri 17 attivisti fermati in acque internazionali dalle motovedette della marina militare israeliana.

Salpato da Creta con la Flotilla Sumud, Tommaso Bortolazzi era a bordo della Maria Cristina, una delle 51 imbarcazioni della missione umanitaria diretta verso Gaza, e insieme a lui viaggiava un equipaggio formato da tre cittadini turchi e uno uruguayano.

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Tra abbracci, cori e bandiere palestinesi, Tommaso Bortolazzi ha rilasciato un’intervista esclusiva al giornale di comunità “La Spunta”, raccontando dell’abbordaggio della Maria Cristina da parte dei soldati israeliani.

“Ci hanno fatto inginocchiare e stretto le fascette intorno ai polsi – è la sintesi del racconto al quotidiano “La Spunta” – A terra siamo rimasti per ore inginocchiati, senza cibo, né acqua, senza poterci muovere né andare in bagno … i militari israeliani ci deridevano ed insultavano”.

“In prigione – ha proseguito l’attivista – la violenza verbale, psicologica e fisica è proseguita.

Ma sapevamo di non dover reagire, perché avremmo rischiato di non essere qui oggi”.

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