Offese, minacce e botte erano all’ordine del giorno.
Sarebbe andata avanti così per almeno un decennio, anche in presenza dei loro figli minorenni, perfino quando ormai la relazione era finita.
Per questo ieri, mercoledì 10 dicembre, il Tribunale di Tivoli ha condannato in primo grado a tre anni e 3 mesi di reclusione un 50enne magazziniere italiano residente a Capena per maltrattamenti nei confronti della compagna.
Il Collegio presieduto da Laura Di Girolamo – a latere i giudici Sergio Umbriano e Matteo Petrolati – ha condiviso la ricostruzione della Procura di Tivoli, tuttavia ha assolto l’uomo dall’accusa di danneggiamento perché il fatto non sussiste.
Secondo la ricostruzione dei magistrati, la vicenda emerse il 30 giugno 2019 quando i carabinieri intervennero nell’abitazione in cui la coppia viveva insieme ai loro bambini in seguito all’ennesima sfuriata dell’uomo.
La oramai ex compagna, una 50enne anche lei italiana, denunciò che il magazziniere l’avrebbe maltrattata fin dal 2012.
Minacce, ingiurie, frasi del tipo “sei morta, ti aspetto fuori casa fino alle tre di notte, ti sgozzo”.
E l’avrebbe percossa in maniera sistematica, mettendole le mani intorno al collo, colpendola a calci e pugni anche davanti alla figlia più piccola.
Addirittura in un caso l’uomo l’avrebbe affrontata impugnando un’accetta.
Il 50enne di Capena era accusato anche di aver danneggiato il cancello dell’abitazione dell’ex compagna e il barbecue in muratura presente in giardino, ma ieri il Tribunale di Tivoli lo ha assolto.
La ex compagna si era costituita parte civile nel processo attraverso l’avvocata Gemma De Filippo, ma ha successivamente rinunciato.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni




























