Lockdown di fatto a Roma

Strade vuote, gente chiusa in casa ... La Capitale vive una crisi del commercio in una clausura scelta dagli stessi cittadini

Con seimiladuecento nuovi positivi al Covid, solo nella giornata di oggi, 15 gennaio, la Capitale ha scelto la clausura. Il dato è evidente, visibile. Del resto il dato fa impressione: ci sono attualmente più di centomila casi positivi, 90mila in isolamento domiciliare. Un romano su quattordici è direttamente coinvolto nel Covid.

Impossibile fare differenze tra Roma nord e Roma sud, tra quartieri della movida, rioni e zone popolari. Visibile la scarsità di mezzi che girano, evidente la crisi delle attività commerciali che la stagione dei saldi non è riuscita a sollevare.

Pare proprio che nell’area romana si sia deciso di stare a casa o frequentare circuiti fortemente consolidati. Del resto i numeri della pandemia per la prima volta coinvolgono la Capitale in modo così forte tanto da metterla sull’orlo della zona arancione. Solo l’incremento di posti letto al Sant’Andrea e al Gemelli garantirà di restare in zona gialla. Balzando in zona sud romana, al San Camillo invece si chiudono due reparti compreso Cardiologia per l’emergenza Covid.

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Gli effetti della paura del virus sono chiari ed evidenti nelle strade vuote. Se ne accorge la Confcommercio secondo cui nella Capitale ci sono 600 pubblici esercizi costretti a fermarsi per il virus, oltre 2000 quelli che hanno limitato il periodo di apertura a causa del personale assente.

Ad Ostia il dato più evidente della clausura come scelta. Ascom Confcommercio Roma Litorale Sud ha lamentato incassi al di sotto del 30% rispetto lo scorso anno, che era comunque un anno di crisi. L’analisi guarda proprio all’alto numero dei contagiati e alle molte quarantene.

Ma su tutto si evidenzia un altro mostro che ha trovato questa occasione per giustificare ulteriormente di tenersi al riparo nelle case. Sono infatti gli acquisti on line a prendersi la fetta più grande degli scambi commerciali con la spesa media di centoventi euro.

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La crisi del commercio ha sollecitato Pier Andrea Chevallard, commissario di Confcommercio Roma, a chiedere al sindaco di sospendere la Ztl. Liberare il centro storico al passaggio delle auto, facilitando così l’accesso alle principali vie commerciali, non ha aiutato a dare vita alle vie del centro storico.

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