Dopo sei anni di convivenza la relazione era finita tutt’altro che bene.
Lui denuncia lei per lesioni e non succede nulla.
Lei denuncia lui e iniziano i guai giudiziari: prima il divieto di avvicinamento, poi gli arresti domiciliari.
Ma al termine del processo l’uomo è risultato innocente.
Così ieri, martedì 4 luglio, il Tribunale di Tivoli ha assolto perché il fatto non sussiste dalle accuse di stalking e revenge porn S. A., un 41enne di Palestrina, per sei mesi detenuto agli arresti domiciliari.
Il Collegio presieduto da Cristina Mazzuoccolo – a latere i giudici Teresa Garcea e Sergio Umbriano – non ha condiviso la tesi del pubblico ministero Filippo Guerra che ha richiesto tre anni di reclusione riqualificando il reato di maltrattamenti in famiglia in quello di stalking, assolvendo S. A. anche dall’accusa di lesioni personali non ritenendolo punibile per la particolare tenuità del fatto.
Secondo la ricostruzione della Procura di Tivoli, l’armonia della coppia era andata in frantumi il 29 novembre del 2019.
La compagna di S. A. aveva infatti denunciato di essere stata minacciata dall’uomo per gelosia: “Non farti trovare a casa, altrimenti ti scanno”, avrebbe detto l’uomo alla donna al ritorno dal lavoro. In realtà, pare che a mandare su tutte le furie il 41enne sia stata la scoperta di una presunta relazione clandestina della ex.
Fatto sta che la donna lasciò la casa e da quel giorno sarebbero iniziati da parte dell’uomo molestie reiterate con continui contatti telefonici “conditi” da offese e minacce tanto pesanti da incutere nella ex uno stato di perdurante ansia e paura a tal punto da temere per la sua incolumità e da dover cambiare le sue abitudini di vita.
Sempre secondo la ricostruzione della Procura di Tivoli, dopo la fine della convivenza S. A. non si sarebbe dato pace, insultando ripetutamente la ex e arrivando a pubblicare sul proprio stato di WhatsApp foto sessualmente esplicite della donna, anche se il volto di lei non era visibile.
La relazione continuò ad essere burrascosa anche nei mesi successivi, quando S. A. si recava presso la nuova abitazione della ex per vedere il loro figlio.
Secondo la denuncia di lei, il primo maggio 2020 lui l’avrebbe inseguita in auto mentre il 14 luglio 2020 l’avrebbe malmenata al culmine dell’ennesima discussione sempre andando a prendere il figlio a casa di lei.
Nonostante il divieto di avvicinamento, a novembre 2020 il 41enne di Palestrina fu arrestato per stalking dai carabinieri e messo ai domiciliari.
In Tribunale S. A., difeso dall’avvocato Fabio D’Offizi, ha raccontato la sua verità rispetto alle due liti in una delle quali la ex gli avrebbe sputato e lui avrebbe reagito con una manata al volto, ma soprattutto il 41enne ha anche spiegato di non aver violato il divieto di avvicinamento, tantomeno di averla perseguitata o maltrattata.
Una verità considerata credibile dai giudici.
Il Collegio ha condannato l’imputato a versare alla ex 200 euro a titolo di risarcimento danni conseguente alla lesione causata durante la lite, un graffio sul volto.
L’uomo dovrà inoltre versare allo Stato 1.355 euro per le spese di costituzione di parte civile della ex ammessa al gratuito patrocinio. Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni.