Una lezione di liberalismo quella del presidente della repubblica, Onorevole Sergio Mattarella, nel convenzionale discorso di fine anno. Mattarella nel suo stile ortodosso alle regole però riesce sempre a dare qualcosa in più. E anche per questo 2023 non poteva essere da meno.
Prima segue il solito cliché delle cahier de doleance il presidente della repubblica Sergio Mattarella. Saluta il Papa per il suo infaticabile magistero per la pace. Ricorda la Costituzione come di diritti riconosciuti, in quanto preesistenti alla sua scrittura. Non elude le contraddizioni che sono in agguato. Cita l’Intelligenza Artificiale a cui non può venire in secondo piano il livello delle libertà. Tutte. Fondamentali e quelle che ne accompagnano i suoi pilastri. E sempre sulle libertà dà una lezione di liberalismo quando dice che la libertà di ciascuno rafforza la libertà di tutti e non, secondo la versione tramandata, dei confini dell’uno sull’altro.
Un grande monito per la pace e per restare uniti nei contrasti della realtà.
Non dimentica nessuna delle grandi contraddizioni che attraversano il paese. Prima fra tutti quello della disoccupazione o dell’occupazione sottopagata. Non dimentica però di ricordare la ripresa che c’è stata in termini di assunzioni da questo governo in carica.
Un grande momento di esortazione ai giovani e meno giovani di adottare tolleranza e spirito di dedizione nei rapporti interpersonali. Non confondere l’amore con lo psicotico senso di possesso.
Chiede di fare forza attraverso l’unità e di trovare la forza nell’assunto stesso del principio democratico: quello della cooperazione, collaborazione, forza solidale.
E sull’unità come grande slancio per la tenace forza che dovremo dimostrare nel superare i contrasti reali che ci attanagliano ha salutato tutti gli italiani