Amici ed amiche con t-shirt bianche indosso.
La foto di “Lollo” stampata davanti.
E sulle spalle due diverse dediche.
“Ti vogliamo bene, sarai sempre con noi”, la frase scritta su una.
“Sei andato via troppo presto, ma il tuo sorriso illuminerà il cielo per sempre”, il pensiero impresso su un’altra maglietta bianca.
E ancora, striscioni e tanti palloncini biancazzurri, i colori della sua squadra del cuore: il Napoli.
Lorenzo Masulli, il 25enne di Marcellina deceduto in un tragico incidente stradale a Guidonia
Così oggi pomeriggio, sabato 11 gennaio, tanti ragazzi hanno dato l’ultimo saluto a Lorenzo Masulli, il 25enne di Marcellina deceduto nel tragico incidente stradale avvenuto nella serata di domenica 5 gennaio in via Maremmana inferiore, nel territorio di Guidonia Montecelio (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).
Una folla di giovani, i volti rigati dalle lacrime, si è ritrovata nella chiesa di Cristo Re a Marcellina insieme a parenti e amici di famiglia, stringendosi al dolore di mamma Mara e papà Ciro, che in questi giorni hanno ringraziato tutti per la straordinaria ondata d’affetto ricevuta.
Centinaia di persone hanno partecipato ai funerali nella chiesa di Cristo Re a Marcellina
La funzione è stata celebrata dal parroco, don Domenico Cauteruccio, che come letture ha scelto un brano del Libro della Sapienza e il passo del Vangelo secondo Giovanni sulla Risurrezione di Lazzaro.
“Gesù le disse – recita il passo -: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno».
“Gesù si commosse davanti a Lazzaro – ha esordito nell’omelia il parroco di Marcellina – E’ lo stesso dolore che molti di voi vivono in questo momento.
Il dolore di un genitore è indescrivibile perché il frutto del loro amore è salito al cielo.
Ma è anche il dolore di chi ha conosciuto Lorenzo, perché Lorenzo ha lasciato un bel ricordo di sé e quindi anche noi viviamo la stessa situazione di un genitore”.
Il sacerdote ha proseguito sul miracolo di Gesù che ha resuscitato Lazzaro.
“Oggi la situazione è diversa perché noi tutti sappiamo che oltre il corpo c’è l’anima, c’è lo spirito – ha detto don Domenico – ognuno di noi è fatto di corpo e spirito e lo spirito spesso è molto più vicino del corpo, lo spirito entra dentro di noi, entra nei meandri del nostro cuore.
Quindi oggi noi possiamo dire che Cristo continua a vivere con Lorenzo e Lorenzo continua a vivere con Cristo”.
“Noi qui continuiamo a soffrire – ha proseguito nell’omelia don Cauteruccio – perché la botta è stata forte. Lorenzo era uno di quei ragazzi che fa piacere incontrare, un ragazzo per bene, bravo.
Veniva a giocare al campetto, i primi tempi giocava da solo, giocava per ore e ore, giocava benissimo, era bravo.
Gli chiesi: “Perché giochi da solo? Organizza qualche torneo”.
Tutti i ragazzi che venivano li portava lui, io aprivo il campetto e loro giocavano a pallone. Poi Lorenzo mi ringraziava, era uno dei pochi che mi diceva: “Grazie don Domenico per averci fatto giocare a pallone”.
Spesso veniva in chiesa, si sedeva da solo in disparte, assisteva alla messa e poi scappava: un ragazzo meraviglioso.
Se è successo questo io non posso dare nessuna spiegazione perché non ce l’ho. Però capisco il dolore di una mamma, il dolore di un padre.
E noi gli stiamo vicino, più di questo non possiamo fare, gli stiamo vicino.
Tutti”.
L’ultimo pensiero ancora per Lorenzo e per i suoi genitori.
“Lorenzo non morirà mai – ha concluso il parroco di Marcellina – resteranno il suo sorriso, il suo volto, la sua gentilezza. Il ricordo di quando andavamo anche di notte al bar dove lavorava perché lo volevamo vedere, volevamo stare con lui. Chiediamogli di dare tanta forza ai suoi genitori e ai suoi parenti”.
Sono stati sempre gli amici a portare a spalla il feretro di Lorenzo Masulli all’uscita dalla chiesa.
All’esterno, sotto la pioggia, i palloncini biancazzurri vengono lanciati al cielo. Un lungo applauso e uno striscione nel piazzale antistante: “Ci bruci negli occhi ma anche nel cuore”.