Mattia Cupelli, il “Pendolino” della Crecas Palombara

Venti anni di cui quindici trascorsi a giocare a calcio e una passione sconfinata per questa società che lo ha adottato come un giocatore simbolo al pari di mostri scari come Calabresi e Gallaccio. E’ un laterale, qualche anno fa agiva prevalentemente in attacco mentre ora da qualche stagione, è stato Enrico Baiocco ad avere l’intuizione giusta, è stato inserito nel quartetto arretrato accanto a capitan Calabresi. In questa stagione si è già segnalato come uno dei più propositivi e il bell’inizio di campionato della squadra dimostra che puntare su di lui è stata una scelta assolutamente giusta. Domenica al “Torlonia” arriva il Tolfa, formazione viterbese capace di mettere in difficoltà ogni squadra di questo girone A. Però questo incontro è anche una grande occasione per riprendersi la vetta della classifica considerando la grande ammucchiata che vede nove squadre racchiuse in soli due punti. Ci sono in più scontri diretti tra le concorrenti che potrebbero rilanciare la Crecas al comando della classifica. “Stiamo disputando un bel campionato – spiega Mattia Cupelli, esterno basso della Crecas – la squadra ha finora giocato con grande intensità e abbiamo mantenuto la media inglese vincendo in casa e pareggiando fuori. Domenica abbiamo un turno casalingo ma il Tolfa ci ha sempre negli anni scorsi dato il filo da torcere e per questo servirà da parte nostra una grande partita per vincere”. Mattia Cupelli vive a Moricone a pane e pallone. Lavora sulla via Tiburtina presso la concessionaria di una grande casa automobilistica tedesca e poi si reca subito al campo per gli allenamenti che in Eccellenza sono molto pesanti: “Il nostro è un girone molto impegnativo – spiega Cupelli – ci sono squadre forti e giocatori di grande livello”. Intanto vive la sua gioventù tra lavoro, pallone e amici e anche una grande passione per la Roma: “Francesco Totti resta il mito eterno per noi romanisti”. Ma dove può arrivare il Cupelli calciatore? Lui ha le idee chiare: “Vorrei vivere l’emozione di giocare in un campionato più importante. Magari la serie D e chissà che quest’anno non ci possa arrivare con la maglia della Crecas?”

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di Sergio Toraldo

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