Passi da gigante dal primo hamburger in laboratorio 5 anni fa

La produzione di carne in laboratorio sta scendendo sempre più di prezzo e la stampa 3D ha ridotto drasticamente i tempi per la stampa di un petto di pollo piuttosto che una bistecca. Il primo esperimento di carne sintetica è del 2013.

Fu allora che il ricercatore olandese Mark Post servì ad alcuni giornalisti un hamburger realizzato in laboratorio. Allora la sperimentazione era costata 325 mila dollari. Oggi dopo soli 5 anni i costi sono scesi i maniera netta e scendono ancora tanto che si parla di petto di pollo a 0,20 centesimi al chilo. E si conta che già nel 2021 sulle tavole americane la carne sintetica troverà ampio spazio. Naturalmente per allora avranno trovato un nome più cool, sono maestri in questo senso.. E del resto dicono i fautori della carne in provetta nel 2050 quando secondo le previsioni più accreditate saremo quasi 10 miliardi non sarà facile mangiare? Già oggi che siamo 7 miliardi il modello agricoltura, allevamento, pesca che grava tutto sull’ambiente già non regge più, infatti sta andando di moda mangiare insetti come grilli e cavallette perché consumano poca acqua e producono meno anidride carbonica. Ma a parte queste notizie destinate a fare scalpore, sono anni che gli scienziati sostengono che la produzione di carne in laboratorio è fattibile ed ecologicamente sostenibile. La questione è particolarmente urgente anche per via dei cambiamenti climatici che hanno già messo a dura prova il pianeta e le sue risorse idriche. Una vacca da latte beve 200 litri di acqua al giorno un bue beve 50litri un maiale 20 litri. Per produrre 1 kg di carne bovina in Italia si consumano 11.500 litri di acqua. E sempre per effetto dei cambiamenti climatici stanno scomparendo molte varietà di pesce, il cibo più diffuso nel 2050 le alghe perché eco-sostenibili e ricche di ferro, vitamine e sali minerali. Insomma ambiente e fame nel mondo questi i punti di forza di chi sostiene l‘affare miliardario della carne in provetta, affare dove lo stesso google sta investendo.

LEGGI ANCHE  𝑻𝒈𝑾𝒊𝒏𝒆 𝒔5 #5

Insomma invece di cambiare il nostro stile di vita andiamo avanti con gli sprechi, con l’inquinamento con lo sfruttamento del continente africano da parte del colonialismo francese anziché lasciare che i Paesi africani sviluppino le loro risorse per il loro benessere. Così mentre si afferma la moda di farsi in casa il più possibile e nascono piccoli orti in città, non esclusi maiali e gallinelle, avanza un futuro dove dai campi si emigra ai laboratori.

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.