GUIDONIA - Simone Draghetti, s’indaga per allontanamento volontario

La Polizia non ha elementi per ritenere che il 35enne operaio scomparso dalla cava sia vittima di reato: nessuna ricerca sul territorio. La famiglia: “Non avrebbe abbandonato la moglie e la figlia”

E’ sparito nel nulla con gli abiti da lavoro indosso, senza portare con sé documenti, soldi né telefono cellulare, se non quello di servizio.
Che fine ha fatto Simone Draghetti? Del 35enne di Villalba di Guidonia, operaio dell’azienda di travertino “CM Caucci Mario” non si hanno più notizie dal pomeriggio di mercoledì 3 giugno, quando si è assentato dal posto di lavoro di via Pantano durante la pausa pranzo.
E’ stata la moglie nella stessa serata di mercoledì a segnalare il caso al Commissariato di Tivoli riferendo di un diverbio che la coppia avrebbe avuto la sera precedente.
Una circostanza che, almeno per il momento, induce gli investigatori a indagare per allontanamento volontario e non per scomparsa, per questo non sono state attivate le attività di ricerca sul territorio.
Insomma, i poliziotti sembrano convinti che dopo quasi una settimana Simone sia ancora vivo, anche se finora non è pervenuta alcuna segnalazione di avvistamento.
A convincerli è il profilo specchiato del 35enne: fedina penale immacolata, nessuna segnalazione per uso di droga, un lavoro fisso, una casa di proprietà, una compagna e una figlia di 5 anni. Nessun nemico, né liti o minacce ricevute.
L’ipotesi degli inquirenti non convince la famiglia.
“Simone non si sarebbe mai allontanato da solo abbandonando la moglie e la figlia. Non lui che sa cosa significa crescere senza un genitore”.
A parlare è lo zio materno Franco Bianchi, 74enne ex dipendente Enel, l’uomo che lo ha cresciuto a Borgonovo insieme alla sorella e al fratello della compianta mamma.

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