Anpci – Covid-19, “È l’ennesima volta che viene scaricata la responsabilità ai Sindaci”

La lettera aperta dell'associazione. "Non siamo l'ultima ruota del carro"

Egregio Ministro Lamorgese,

Come Anpci, Associazione Nazionale dei Piccoli Comuni d’Italia, ci duole constatare come per l’ennesima volta, e sottolineiamo ennesima, venga scaricato il peso della responsabilità sui Sindaci. Da ItaliaOggi (11 novembre) “Il VIMINALE striglia i sindaci”, si evince come ancora una volta si voglia far fare agli amministratori locali ciò che dovrebbe fare lo Stato e tentare di spostare il peso della responsabilità su quelli che da anni, oramai, vengono considerati “l’ultima ruota del carro”: i Sindaci. Già perché sappiamo bene come nell’immaginario collettivo del Governo i Sindaci siano in pratica quelli delle grandi città con buona pace di tutti gli altri. E’, quindi, utile ricordarLe Ministro alcuni numeri che Lei ben conosce. In Italia ci sono 7903 Comuni, dei quali  solo 27 sono superiori a 100 mila abitanti, 147 sono superiori a 50mila abitanti, 6800 sono inferiori a 10mila abitanti dei quali ben 5495 sono inferiori a 5.000 abitanti (i così detti piccoli comuni) e di questi 1948 sono sotto i 1000 abitanti, quelli vergognosamente definiti “comuni polvere” da chi è lontano mille miglia dalla realtà del territorio italiano. Questo, perché, quando decide di richiamare Sindaci e Prefetti, utilizzando circolari generiche sappia bene a chi si rivolge. Perché piuttosto che generalizzare non punta il dito contro le Città che Lei ritiene non rispettino o non utilizzino appieno le limitazioni concesse dall’ultimo Dpcm? Ma di quale “Movida” stiamo parlando Signora Ministro? Nei nostri paesi? Dove assistiamo da anni ad un progressivo spopolamento e calo demografico? Nei parchi giochi per bambini o nelle piazze dove bambini e anziani sono da settimane reclusi in casa? Non crediamo che la Sua Circolare fosse indirizzata alle persone giuste, perché altrimenti si sarebbe resa conto di chiedere l’ennesimo sforzo ad una categoria, quella dei Sindaci dei piccoli comuni, sulla quale negli anni lo Stato ha continuato ad infierire riducendo in modo spropositato i trasferimenti erariali (abbiamo dimenticato i famosi tagli orizzontali? Noi no!) ribaltando oneri, sempre nuovi adempimenti, responsabilità seppur senza strumenti, risorse e personale. I Sindaci dei piccoli comuni italiani devono fare vigilanza con chi e con che cosa Signora Ministro? Con un agente di polizia locale che non hanno o che hanno, quando va bene, ogni due/tremila abitanti e vigilare, senza personale, sull’applicazione delle ordinanze? Piuttosto ci dia i mezzi per farlo, il personale, le risorse, ci dia motivazioni valide che vanno ben oltre la Movida, e noi Ministro Lamorgese lo faremo. Perché, sa, i Sindaci, in particolare dei comuni meno densamente abitati, una cosa la fanno molto bene: sanno fare il loro dovere. Lo fanno spesso senza uno stipendio, adeguato o meno che sia, lo fanno perché amano il loro comune e i loro cittadini, lo fanno a fianco di volontari e ci riferiamo ai tanti consiglieri comunali, membri delle varie associazioni di protezione civile locali, della Croce Rossa, delle Proloco e gli stessi cittadini. Se dovete cercare delle negligenze, ci permetta Ministro, non venite a cercarle tra i Sindaci dei Comuni “meno densamente abitati” (formula che ci è cara perché così li ha definiti il Presidente Mattarella piuttosto che il riduttivo “piccoli comuni”), perché qui troverete solo spirito di servizio e cura del territorio.

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