Disoccupati … Ma coi debiti pubblici sotto controllo

Quello che si sta per realizzare nel nostro paese consiste nella più forte squilibrio depressivo dell’economia dal secondo dopoguerra

La classe politica ha delegato totalmente Landini a rappresentare gli interessi di chi lavora. La crisi di rappresentanza, la crisi di idealità, la mancanza di riferimenti che non siano solo difensivi (la nazionalità, il colore della pelle, la religione).

Il primo luglio è l’appuntamento nevralgico perché proprio quel giorno scade la moratoria ai licenziamenti. Quindi, l’impresa che non ha lavorato ma non ha potuto licenziare per imposizione di Stato, ora potrà farlo. E non conta l’argomentazione per cui la stessa impresa ha incamerato risorse dallo Stato perché la pandemia non corrispondesse a una falcidia nell’economia.

La crisi è scombussolato tutti i mercati e le produzioni per cui ciascuno dovrà ripensare a un suo modello di impresa. E anche qui, non si capisce bene perché il “ripensamento” nel mondo dell’impresa è sempre sinonimo di licenziamento.

I sindacati dicono di non accettare i licenziamenti. Incontreranno tutti i gruppi parlamentari. Dicono che ciascuno si deve prendere le proprie responsabilità.

Ma alla fine anche loro si piegheranno al minor danno possibile. La trattativa Alitalia si sta concludendo con un’umiliazione per la compagnia i cui effetti si vedranno anche nella nostra regione perché il 90% degli addetti risiede nel Lazio. Dimezzata la flotta di aerei, ridotta all’osso la dotazione di personale.

Diciamo pure che non c’è mai trattativa. Chi ha i soldi ha vinto. E non c’è altro da dire. Ah! Sì. C’è Landini che protesta … Ma tanto non lo segue nessuno.

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