Identikit no vax: chi si oppone per principio e chi per resistenza personale

Le convinzioni politiche di chi rifiuta i vaccini

 

Due italiani su dieci sono no vax

Questo è quanto fotografa un sondaggio Demos per Repubblica. I numeri della ricerca parlano piuttosto chiaramente e raccontano di un Paese ancora spaventato. Oltre 3 italiani su 4 si dicono convinti che la pandemia durerà ancora a lungo. Il 23% si mostra particolarmente pessimista non immaginando un barlume di luce dietro un angolo prossimo.

Fino ad oggi, circa il 40% degli italiani afferma di essersi vaccinato, senza distinzione di preparato e di dose. E il 48% attende la possibilità di farlo.

L’unico vero elemento di continuità, nel corso dei mesi, è costituito da coloro che non intendono vaccinarsi: c’è chi si oppone per principio all’obbligo vaccinale e chi predicano una sorta di “resistenza personale”. Tra chi rifiuta il vaccino come “regola”, l’indisponibilità a vaccinarsi sale al 40%, 4 volte rispetto alla media generale.

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La scelta dipenderebbe da valutazioni e scelte personali che riflettono dubbi legittimi legati alla sicurezza degli stessi vaccini.

Emerge, – prosegue Repubblica – come i No-vax siano caratterizzati da convinzioni politiche specifiche. Coloro che non intendono vaccinarsi per scelta personale raggiungono, infatti, il livello più elevato fra gli elettori della Lega (22%) e dei Fd’I (16%).

All’opposto, un maggior grado di resistenza al vaccino come “terapia preventiva” e come comportamento “regolato per legge” viene espresso dagli elettori del PD. Mentre la base del M5S mostra un atteggiamento più incerto. Sicuramente reticente, di fronte all’obbligo vaccinale, rispetto agli elettori di Lega e Fdi. Anche se più aperto, in confronto a quelli del Pd e di Fi.

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Un’altra rilevazione, questa volta di Euromedia per La Stampa, affronta invece il tema della tenuta psicologica: il 30,6% degli italiani dichiara di “non farcela più”. Tra i pensionati la quota si ferma al 28%, mentre i più esasperati sono studenti e casalinghe seguite dai disoccupati e dagli autonomi. Il 27,5% del campione invece si sente “ancora forte” e in grado di andare avanti: i più resilienti sono proprio i pensionati (34%) mentre gli studenti, provati dalla dad, appaiono i più fragili. Oltre al 55% che non ce la fa più, un altro 20% dice di avere “i primi segni di cedimento nervoso“.

 

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