GUIDONIA – Cave, la Procura indaga per disastro ambientale

Inchiesta top secret dei magistrati tiburtini su tutte le aziende del settore estrattivo: 24 imprenditori avvisati

L’ipotesi di reato è pesantissima: disastro ambientale, un reato per il quale il Codice Penale prevede pene tra i 5 e i 15 anni. E’ quanto la Procura della Repubblica di Tivoli ipotizza a carico di tutte le aziende del settore estrattivo di Guidonia Montecelio.

Secondo le prime informazioni raccolte dal quotidiano on line Tiburno.Tv, nei giorni scorsi il pubblico ministero Giuseppe Mimmo, titolare della maxi-inchiesta, ha notificato gli avvisi di proroga del termine delle indagini preliminari a 24 imprenditori delle cave.

Stando sempre alle prime informazioni, l’inchiesta è iniziata a febbraio scorso dopo l’accertamento del presunto danno ambientale.

Gli avvisi riguardano praticamente tutte le imprese del settore estrattivo e lapideo, a cominciare dal “Centro per la Valorizzazione del Travertino Romano”, la società consortile partecipata da aziende del settore e di cui fino a pochi mesi fa facevano parte anche le amministrazioni comunali di Guidonia Montecelio e Tivoli.

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Le imprese informate dalla Procura del proseguimento delle indagini per ulteriori sei mesi sono: “Anna Giansanti Srl”, “Btr Srl”, “Industria del Travertino Romano Spa”, “Cimep – Commercio Industria Marmi e Pietre”, “Degemar Cave Srl”, “Ditta Fratelli Poggi Srl”, “Elt – Escavazione e Lavorazione Travertini Srl”, “Francesco Coresi e Figli Srl”, “Fratelli Pacifici Ing. Cesare de Lorenzo Spa”, “G. Poggi Srl”, “G. B. Travertini Marmi Graniti Srl”, “Industria Estrazione Travertino Cave Antiche del Barco – Estraba Spa”, “Saitrav – Industria Travertino Srl”, “Società del Travertino Romano Spa”, “Travertini Giansanti Srl”, “Società Travertini Paradiso Spa”, “Travertini Pirandola Srl” e “Travertino Conversi”.

L’indagine rappresenta un fulmine a ciel sereno per gli imprenditori del settore, come conferma Francesco Dandini, Presidente della Sezione Estrattiva di Unindustria.

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Negli ultimi due anni – spiega l’imprenditore – in occasione del rinnovo delle concessioni in tutte le cave è stata effettuata un’ispezione congiunta da parte dei funzionari della Regione Lazio e del Comune di Guidonia Montecelio, all’esito della quale è stata rilasciata l’attestazione che le attività estrattive svolte sono conformi ai progetti autorizzati.

Pertanto ci risulta molto strano che venga ipotizzato il disastro ambientale derivato dall’attività di escavazione.

Confidiamo nell’operato dell’Autorità Giudiziaria e attendiamo l’esito delle indagini, soltanto allora avremo modo di accedere al fascicolo del pubblico ministero e fare le nostre considerazioni”.

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