Il Papa ha incontrato oggi i giornalisti cattolici e si è riferito agli ultimi accadimenti di femminicidio. In una generazione educata con Le Relazioni Pericolose di Choderlos de Laclos, romanzo che racconta di due libertini proposto in film a fine anni Ottanta, passare alle “relazioni sane” come indica il Santo Padre è difficile. Battuta a parte, si tratta di generazioni convissute nella fascinazione della seduzione spinta, nell’idea del possesso fugace e nel repentino mutarsi dei rapporti. Ma in più, e sostanzialmente, l’accelerazione di affermazione negli obiettivi di crescita personale da parte delle donne di questa ultima generazione abbia creato scompensi per i maschi rimasti sul posto. È come quando l’attaccante si smarca velocemente e lascia il difensore in blocco. Ed è questo che sta avvenendo nell’evoluzione dei rapporti uomo – donna. Ed è un tema che è difficile tematizzare per chi fa il mestiere di cronista. Una donna che si realizza a dispetto di un uomo che resta sempre fermo nelle sue cose oramai non fa notizia. Ma è un dato tale da rompere equilibri, creare allarme, in condizioni di autocontrollo più precarie.
Il Papa ha voluto toccare lo stringente tema dell’Educazione nell’udienza ai giornalisti cattolici effettuata oggi alle dieci e mezza. In qui emerge lo spettro dell’antico. Il cronista non deve educare nessuno. Deve riportare dati, numeri, fatti, descrivere condizioni che siano esplicative dell’età in cui viviamo. Deve fare la storiografia dei nostri tempi. Ma è anche vero, come dice il Papa, che “comunicare è formare l’uomo”. Di qui si staglia la cultura millenaria di Santa Madre Chiesa. Ed in modo ancora più forte e sentito: “Comunicare è formare la società”. In questo senso chi fa il mestiere di cronista non può chiamarsi fuori da certe responsabilità.
Ma arriva all’oggi senza mediazione alcuna quando, sempre Bergoglio, dice: “Vediamo dalle tristissime cronache di questi giorni, dalle terribili notizie di violenza contro le donne, quanto sia urgente educare al rispetto e alla cura: formare uomini capaci di relazioni sane”.
E poi continuando a invigilare sulle responsabilità della scrittura e la sua capacità persuasiva: “Non abbandonate il sentiero della formazione: sarà esso a portarvi lontano!”.
Entra nella fisionomia specifica della professione quando dice: “Voi avete la vocazione di ricordare, con uno stile semplice e comprensibile, che, al di là delle notizie e degli scoop, ci sono sempre dei sentimenti, delle storie, delle persone in carne e ossa da rispettare come se fossero i propri parenti”.
Ed è questo il lato sano delle persone che fanno questo mestiere ma anche delle relazioni che si intrattengono tra persone.