Avevano presentato domanda convinti di averne diritto, ma a distanza di due anni l’Inps non solo ha richiesto la restituzione delle somme ma li ha perfino denunciati.
Ma il fatto non costituisce più reato.
Così giovedì 4 aprile il Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Tivoli Emanuela Maria Francini ha assolto una coppia di romeni residente a Guidonia Centro dall’accusa di aver ingannato l’Istituto di Previdenza Sociale per ottenere indebitamente il Reddito di Cittadinanza.
Secondo la ricostruzione della Procura di Tivoli, il 6 maggio 2019 la donna, una romena di 38 anni, e il marito, un connazionale di 47 anni, avevano presentato domanda per accedere al beneficio economico introdotto dal Governo 5 Stelle guidato dall’allora Premier Giuseppe Conte, sottoscrivendo la relativa Dsu, la Dichiarazione Sostitutiva Unica necessaria per calcolare l’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente).
Così dal mese successivo di giugno 2019 la coppia iniziò a percepire il Reddito di Cittadinanza fino a novembre 2019.
Nel 2022, a seguito di controlli incrociati, l’Inps rilevò alcune anomalie trasmettendo gli atti alla Guardia di Finanza che accertò l’indebita percezione di 9 mila 964 euro e 79 centesimi.
Alla 38enne, difesa dall’avvocato Alessio Bonicoli di Guidonia, la Procura contestava di aver dichiarato falsamente di aver risieduto in Italia da almeno dieci anni, mentre il marito, difeso dall’avvocato Stefano Saccucci di Tivoli, era accusato di non aver dichiarato all’Inps di essere sottoposto alla misura cautelare personale degli arresti domiciliari.
Secondo l’articolo 7 del Decreto Legge 4/2019 che istituì il Reddito di Cittadinanza, le omesse informazioni sarebbero costate alla coppia la reclusione da due a sei anni.
Tuttavia all’udienza preliminare di giovedì scorso il GUP Emanuela Maria Francini, aderendo alla tesi difensiva sostenuta dall’Avvocato Alessio Bonicoli, ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere rilevando come il fatto contestato dalla Procura non è più previsto dalla legge come reato.
Più segnatamente la difesa ha evidenziato al giudice come la legge di bilancio del 2023 ha abrogato in blocco le disposizioni normative in tema di Reddito di Cittadinanza previste dagli articoli 1-13 del Decreto Legge 4/2019.
Con la legge di bilancio 2023 il nuovo Governo Meloni non ha soltanto “mandato in pensione” il sussidio allora previsto dal Governo Conte ma ha altresì abrogato le fattispecie incriminatrici previste e disciplinate.
L’avvocato Alessio Bonicoli per la donna e l’avvocato Stefano Saccucci per l’uomo, facendo leva sul principio di efficacia retroattiva della legge posteriore favorevole al reo, detta anche “Lex Mitior”, sono riusciti a convincere il giudice a prosciogliere la coppia poiché il fatto non è più previsto dalla legge come reato.