Si erano organizzati egregiamente i tre uomini, tutti già noti alle forze dell’ordine, B.D. 29 anni albanese, S.M. romano di 33 anni e C.O. romano di 61 anni, che sono stati accompagnati presso il carcere di Rebibbia dai militari. Certo è che mentre erano intenti a fare a pezzi una vettura di grossa cilindrata, all’interno di un capannone di Tavernelle dai vetri oscurati, non si aspettavano l’irruzione della squadra degli agenti di Polizia Giudiziaria della Stradale di Roma.
I tre avevano infatti poco prima acceso un potente “Jammer”, ovvero un sistema a 12 antenne che viene utilizzato per provocare interferenze atte ad impedire la trasmissione di segnale. Il sistema è riuscito allo stesso tempo a mandare in tilt le comunicazioni della città ma non è stato sufficiente a impedire l’arrivo degli agenti. Quando sono arrivati i poliziotti, all’interno del capannone, hanno trovato attrezzatura per il taglio dei veicoli, un autocarro ricettato, un muletto per la movimentazione dei mezzi, il “jammer” e veicoli fatti a pezzi.
L’accusa per i tre è di riciclaggio e per loro si sono aperte le porte del carcere di Rebibbia.