Dalla vita costellata di successi, alla paura. Poi un viaggio nel suo senso di solitudine. L’idea del suicido. Il timore e il fascino della morte, al fianco della gratificazione internazionale. Poi la droga e il periodo in carcere. Nel libro di Dario Argento c’è proprio tutto. E lui, “Paura”, l’ha scritto proprio per questo, “per rispondere alle tante inesattezze e bugie che si sono raccontate sul mio conto negli anni”, dice.
Durante la presentazione, spazio anche a qualche aneddoto divertente, compreso il racconto di quando l’attuale assessore alla Cultura di Tivoli, Urbano Barberini, lavorò con lui al film “Opera”.
E alla domanda del perché la gente ha tutta questa voglia di paura, visto il successo dei suoi film horror, lui risponde: “ È l’emozione estrema, un mezzo di evasione. Un modo per andare in basso e capire che ce la puoi fare”. È adrenalina.
Veronica Altimari