Per un mese il cuore delle librerie di quartiere ha continuato a battere dietro le serrande chiuse. Una resistenza fatta di consegne a domicilio, consigli in videochiamata, gruppi lettura su Skype.
Gianpiero Distratis, titolare della libreria tiburtina La Porta Gialla ogni mattina ha continuato ad andare in negozio a preparare i libri che poi consegnava a piedi, tutti i pomeriggi, attraversando una Tivoli deserta. Amerisma e Carlo Lucidi, della Mondadori Bookstore di Monterotondo hanno effettuato decine di videochiamate, per dare consigli di lettura personalizzati. Marco Campeti, della libreria Casimiro ha aderito all’iniziativa nazionale “libri da asporto” e ha spedito oltre una trentina di libri per ragazzi.
Ora sono pronti a riaprire il prossimo 20 aprile, ma rimane un rischio: che senza la possibilità di organizzare eventi e gruppi lettura si perda la comunità di lettori che tiene in vita queste realtà. “La libreria dovrà cambiare, utilizzare di più la rete, continueremo le consegne a domicilio” dicono tutti. E anche se sarà difficile, nessuno parla di arrendersi: “combatteremo, siamo il cuore della vita culturale” – dice Gianpiero Distratis- “Facciamo un appello a tutti i cittadini di sostenerci, perché il virus non spazzi via il commercio locale e le piccole librerie di quartiere. Senza di noi rimarranno città senza vita. E anche se potremo sempre ordinare un libro su Amazon, saremo tutti più soli.” (El.Gio).
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