Il pollo fritto è uno dei protagonisti dello street food con una consumo diretto da cestoni di cartone. Dal punto di vista culinario è proposto speziato e infarinato, fritto due volte o insaporito con una spolverata di paprika oppure glassato alla coreana o con un cucchiaio di miele. Per la degustazione, infrangendo per un giorno le regole del Galateo, è consigliato- segnalano gli addetti alle cucine- mangiarlo con le mani. La passione per il pollo fritto è divenuta da qualche anno gourmet all’estero e in Italia, con il pollo fritto di David Chang a Manhattan e la proposta “Alt” di Niko Romito a Castel Di Sangro (L’Aquila- Abruzzo) dove il pollo è marinato con spezie ed erbe aromatiche, cotto a vapore, raffreddato in acqua e ghiaccio e poi fritto a pressione a 170° per 9 minuti fino a quello capitolino di Legs a Centocelle, con il suo pollo fritto all’italiana, all’orientale pollo fritto “Tori Karaage” di Yamamoto Eiji (Sushisen – Roma) marinato con soia, sake, mirin e zenzero e a quello fritto di Gabriele Bonci inspirato all'”Honey Butter Fried Chicken” di Chicago.
Secondo Unaitalia, l’associazione che rappresenta oltre il 90% della produzione avicola nazionale, nel 2020 le carni bianche sono infatti le più consumate e acquistate dalle famiglie italiane, con il 35% delle quote di mercato a volume, seguite dalle carni bovine (33%) e dalle suine (21%), i cui consumi sono arrivati a 21,5 kg a testa (+1,93%).