TIVOLI - Trafficava droga e armi coi “calabresi”: idraulico condannato a 15 anni

Nel box di casa custodiva chili di eroina, pistole e fucili. Il "socio" condannati a 12 anni, altri sette imputati scagionati

C’era il capo e il suo braccio destro.

Il “magazziniere” che faceva la “retta” di droga e armi.

Il “cavallo” che riforniva pusher e tossicodipendenti della zona.

 
 

Si erano ramificati così i referenti della ‘Ndrangheta nella provincia Nordest di Roma, spostando quantità di sostanze stupefacenti dalla Calabria all’hinterland tiburtino.

Andò avanti così fino a quando i carabinieri della Compagnia di Tivoli, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia, con l’operazione “Silentes” tirarono la rete intorno a 9 sospettati di far parte a vario titolo di un’organizzazione che, in caso di bisogno, non esitava a sparare.

Ieri, lunedì 3 marzo, a distanza di dieci anni dall’operazione “Silentes”, il Tribunale di Tivoli ha chiuso il processo di primo grado a carico di 9 imputati, uno dei quali deceduto.

DUE CONDANNATI PER ASSOCIAZIONE A DELINQUERE FINALIZZATA ALLO SPACCIO E DETENZIONE DI ARMI

Il bilancio è di due condanne pesantissime, 4 assoluzioni e una sfilza di reati dichiarati prescritti.

Il Collegio presieduto da Nicola Di Grazia – a latere i giudici Camilla Amedoro e Matteo Petrolati ha condannato in primo grado a 15 anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti con l’aggravante della disponibilità delle armi Franco N., idraulico 52enne di Casal Bellini, quartiere alla periferia di Tivoli: l’imputato è stato riconosciuto colpevole di aver custodito nel garage di casa per conto di due pregiudicati calabresi 4 chili di eroina venduti il 13 luglio 2014.

Per Franco N. il sostituto procuratore di Tivoli Filippo Guerra aveva richiesto una condanna a 13 anni di carcere, ma il Tribunale è andato oltre, pur escludendo per l’imputato l’aggravante di aver commesso i reati al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo mafioso denominata ‘Ndrangheta.

Il Collegio ha inoltre riconosciuto in primo grado la colpevolezza di Cristian D’A., 37enne di Marcellina, condannato a 12 anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti con l’aggravante della disponibilità delle armi.

Franco N. e Cristian D’A. sono stati condannati infine alle pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e dell’interdizione legale per la durata della pena.

L’OPERAZIONE “SILENTES”: COSI’ I RAMPOLLI DI ‘NDRANGHETA SI ERANO RAMIFICATI A NORDEST

Durante l’operazione “Silentes”, i carabinieri di Tivoli accertarono che da maggio 2014 ad agosto 2014 Franco N. e Cristian D’A. ebbero rapporti con due rampolli di famiglie ‘ndranghetiste: si trattava di Luca C., oggi 44enne originario di Duisburg, calabrese residente a Bovalino e trapiantato a Guidonia insieme al conterraneo e braccio destro Santo Antonio M., oggi 40enne pregiudicato di Africo Nuovo, col quale condivideva un appartamento lungo la via Tiburtina.

I due sono stati giudicati secondo il rito abbreviato e condannati dal Tribunale di Tivoli rispettivamente a 19 anni Luca C. e a 18 anni Santo Antonio M.

LEGGI ANCHE  SUBIACO - L'aula consiliare sarà intitolata al Sindaco Domenico Petrini

In particolare Luca C. è stato riconosciuto come promotore, direttore e organizzatore dell’associazione a delinquere collegata alla ‘Ndrangheta.

A partire dal 16 maggio 2014, gli fu messo sotto controllo il telefono e piazzata una microspia nella Mercedes Classe A: così i carabinieri scoprirono che la sua base operativa era un bar di via Maremmana inferiore a Villanova e successivamente si era spostato in piazza Rivarola a Tivoli in un locale intestato ad una società di cui però i militari lo ritenevano il vero proprietario.

Coi suoi interlocutori Luca C. parlava di droga chiamandola “pavimenti” e “intonaci”, “appartamenti”, “jeans”, “magliette”, oppure “carne”, “caffè” e “computer”.

I soldi, invece, erano “documenti”, “biglietti” e “amichetti”.

Codici che non bastarono a coprire i traffici tra la Calabria e l’hinterland romano organizzati da affiliati alle cosche di ‘Ndrangheta e un gruppo di “cavalli” per gestire il mercato della cocaina, dell’eroina, dell’hashish e della marijuana tra Tivoli e Guidonia Montecelio.

Durante le indagini i militari scoprirono che Luca C. nascondeva le armi nel garage di via Casal Bellini in uso a Franco N. “l’idraulico”, arrestato il 3 agosto 2014 con un chilo e mezzo di hashish e 21 giorni dopo riarrestato per il rinvenimento nello stesso locale di una pistola 6,35 Browning con 2 proiettili e la matricola abrasa insieme a un fucile calibro 12 a canne mozze custoditi per conto di Luca C.

QUATTRO ASSOLTI E UNA SFILZA DI IMPUTATI PROSCIOLTI PER  PRESCRIZIONE DEI REATI

Nel processo terminato ieri il Tribunale di Tivoli ha assolto Franco N. perché il fatto non sussiste dall’accusa di aver venduto ad un cliente 100 grammi di hashish a 350 euro.

Al termine del dibattimento durato sei anni i giudici hanno riconosciuto la completa estraneità ai fatti da parte della moglie dell’idraulico, la 50enne Sabrina C.: la donna è stata infatti assolta per non aver commesso il fatto dall’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga aggravata dalla disponibilità delle armi, oltre che scagionata dall’accusa di aver collaborato nei traffici del marito e di aver venduto su ordine dell’uomo 100 grammi di hashish ad un cliente per la somma di 350 euro.

Assolto per non aver commesso il fatto dall’accusa di essere un membro dell’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga aggravata dalla disponibilità delle armi anche il cognato di Franco N., il 47enne di Tivoli Paolo P., scagionato pure dall’accusa di aver collaborato nei traffici dell’idraulico perché il fatto non sussiste.

Non è finita.

Assolta per non aver commesso il fatto dall’accusa di far parte dell’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga aggravata dalla disponibilità delle armi anche Raffaella D’A., 34enne di Marcellina sorella di Cristian D’A.

LEGGI ANCHE  GUIDONIA - La scrittrice Lucia Esposito al Centro commerciale "Tiburtino"

Assolto perché il fatto non costituisce reato anche il 45enne imprenditore tiburtino Arduino R.: secondo la Procura a dicembre 2014 avrebbe intestato ad una società a lui riconducibile un bar nel Centro di Tivoli che in realtà era del boss calabrese Luca C. L’imprenditore è stato inoltre scagionato dall’accusa di aver permesso al boss di intestare una Smart sottratta a un creditore ad una srl di un 59enne dell’Albuccione di Guidonia.

Il Tribunale ha inoltre assolto per non aver commesso il fatto Taison F., 38enne di Case Rosse, accusato di aver trasportato in Puglia il 13 luglio 2014 un pacco con 4 chili di eroina custoditi nel garage dell’idraulico condannato a 15 anni di carcere.

Una serie di altri reati sono stati riqualificati dal Tribunale in singoli episodi di semplice spaccio e non più riconducibili ad una organizzazione, pertanto sono stati dichiarati estinti per prescrizione.

Così Franco N. è stato assolto per prescrizione dall’accusa di aver ceduto per il tramite del figlio e del cognato un etto di fumo a 350 euro ad un acquirente.

Prescritta per Cristian D’A. l’accusa di aver trafficato coi calabresi cocaina, marijuana e hashish e di averla rivenduta a sette consumatori con la collaborazione della sorella e del fidanzato della sorella.

Prescritti anche i reati contestati al 47enne tiburtino Paolo P., ossia di aver venduto su ordine di Franco N. 100 grammi di hashish ad un cliente per la somma di 350 euro e di aver custodito, sempre insieme a Franco N., un chilo e 200 grammi di hashish sequestrati il 3 agosto 2014.

Prescritti anche i reati contestati alla 34enne Raffaella D’A., che secondo l’accusa tra maggio e agosto 2014 avrebbe fatto la “retta” di marijuana, hashish e cocaina nella sua casa di Guidonia.

Infine il Tribunale ha disposto di non doversi procedere per intervenuta prescrizione nei confronti di Diego N., 34enne di Castel Madama, che insieme al padre defunto, tra maggio e agosto 2014 avrebbe acquistato dai “calabresi” quantitativi di hashish rivenduti a 11 clienti.

Il Collegio ha ordinato la confisca di una pistola semiautomatica 6,35 Browning Arms Company con la matricola abrasa senza grilletto e 2 proiettili sequestrati il 28 agosto 2014 nel garage di Franco N. insieme a un fucile marca Varini calibro 12 a canne mozze.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni.

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.