Guidonia – Perde il lavoro per la crisi si reinventa facendo il sosia di Jovanotti

Eppure, per l’ex fabbro quell’addio ha rappresentato una doppia fortuna perché se fino a ieri la sua somiglianza con Lorenzo Cherubini in arte “Jovanotti” poteva essere motivo di curiosità, oggi è diventato il suo nuovo lavoro.
Giulio è il sosia dell’autore di “Estate”, “Tensione Evolutiva”, “Ti porto via con me”, “Mi fido di te”, ma anche di “Raggio di sole” e “L’ombelico del mondo” fino a “Gente della notte” e “Penso Positivo”. E a forza di pensare positivo il 41enne di Colleverde oggi si è messo sul mercato, sfruttando la voce, un dono di famiglia ereditato dal padre Antonio, ex autista di “Palombini Caffè” e stornellatore rinomato nella Capitale.
Non è un caso se come “Jovansky” Giulio lo si trova su Facebook e nei locali di Roma e Provincia, dove ogni mese riesce a portare in scena il suo spettacolo che gli garantisce uno stipendio.
Nato a Frascati, cresciuto tra Gregna Sant’Andrea e Torbellamonaca, a 26 anni già conviveva con Alessia Notaro, vigile urbano, mamma delle loro due figlie, Micol e Yolanda, di 12 e 8 anni, ma soprattutto manager di “Jovansky”, protagonista degli eventi di beneficenza con la nazionale “All Star Sosia” per via della somiglianza con Lorenzo, grazie al suo metro e novanta di statura e quel fisico longilineo sempre ben curato.
Giulio pensa talmente positivo che ha investito su sé stesso i risparmi acquistando microfoni, mixer e casse altamente professionali, mettendo la passione nella sua nuova attività di cantante-sosia.

 

Quando è nato il sosia di Jovanotti?
“A 16 anni una mia amica, una patita di Lorenzo che girava addirittura con le foto, mi fece notare la somiglianza. All’epoca non lo seguivo, ma ben presto mi ritrovai davanti a situazioni che oggi rappresentano la quotidianità: in strada chi mi guardava, chi mi fermava e chi mi voleva fotografare, ma tanti mi prendevano in giro e questo mi infastidiva. Oggi è diverso perché ho scelto di essere il sosia di Jovanotti”.

 

1460313 10201013732967000 1258058377 nCom’è nata l’idea di mettere la faccia in beneficenza?
“Nel 2009 ero al Mc Donalds e mi si presentò un tipo che era la copia di George Michael: si trattava di Massimo Nardi, anche lui di Colleverde che mi propose di far parte della sua associazione e mi lasciò il bigliettino da visita. Gli dissi “fammici pensare”, il giorno dopo l’ho chiamato. Ho una sorella invalida e conosco i sacrifici di mia madre, partecipare da Jovanotti agli eventi di beneficenza mi affascina e mi riempie di gioia: che c’è di più bello che regalare un sorriso a chi sta peggio? Quello è un vero problema, non la perdita del lavoro”.

 

A te è successo.
“Mi spiego meglio. Il lavoro è fondamentale per una persona, c’è chi si uccide se lo perde e ammetto di esserci passato: demoralizzato, era come se mi stessi spegnendo piano piano, è stata mia moglie a darmi la forza, assicurandomi che prima o poi tutto si sarebbe sistemato. Aveva ragione, perché mi si è chiusa una porta e mi si è aperto un portone. Quando lavoravo in fabbrica già faceva qualche esibizione, anche perché ho sempre avuto una gran bella voce. Ma dopo aver perso il lavoro e superato la crisi ho iniziato a crederci e a investire su di me: così oggi faccio parecchie serate al mese con spettacoli di oltre due ore cantando una trentina di brani di Lorenzo”.

 

Lo hai mai conosciuto?
“Certo. Tre anni fa andai a far visita a degli amici a Cortona e incontrai sia lui che la moglie e i genitori, e questi ultimi riconobbero una certa somiglianza. Recentemente vi sono tornato ed è stato proprio Lorenzo, passando in macchina, a fermarsi per salutarmi: è stata un’emozione particolare”.

 

Girare con la faccia da Jovanotti ti sono mai capitati episodi curiosi?
“Tutti i giorni. Ricordo un tizio che in via Tuscolana per guardarmi tamponò un’auto davanti. Un altro a Porte di Roma che mi si è messo alle costole chiedendomi insistentemente l’autografo per la figlia, nonostante gli ripetessi che io non fossi lui. Mentre alla scuola di Colleverde le insegnanti delle mie figlie hanno voluto la foto insieme. Ma l’aspetto più gratificante è che la somiglianza mi apre mille porte e ogni volta che vado in un negozio a fare acquisti mi fanno uno sconticino”.

 

Fino a quando sarai ancora Jovanotti?
“Tutto ha un inizio e una fine, io mi auguro che non finisca mai perché mi piace, mi dà guadagni e agevolazioni. Non posso pensare alla fine proprio ora che sto per entrare nel giro grande: io penso positivo. Come Lorenzo”.

Marcello Santarelli

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