Pistole, fucili e bombe a mano. Così gestivano il mercato della droga. Sgominata banda dello spaccio tra Vicovaro e Castel Madama

Viaggi all’estero, auto di grossa cilindrata e un tenore di vita decisamente elevato pur senza avere un lavoro. A sentire le intercettazioni sembrava si occupassero di vendita di vernici e giochi per la playstation, ma poi dietro quei nomi in codice si nascondevano dosi di cocaina, hashish e marijuana.
A garantire la possibilità di fare la bella vita ad un gruppo di cinque persone, residenti a Castel Madama e Vicovaro, era lo spaccio che gestivano nell’area tra i comuni della Valle dell’Aniene, Tivoli e Guidonia. Un mercato che nei tre mesi precedenti l’arresto ha fruttato all’organizzazione criminale qualcosa come 300mila euro di guadagni. Un vero e proprio cartello sullo spaccio che aveva di fatto l’esclusiva sulle piazze di Castel Madama, dove avevano la base logistica, Vicovaro, Mandela, Licenza e Pisoniano vietando a chiunque dall’esterno di intromettersi nelle loro attività illecite. E nei paesini arrivavano anche numerosi giovani dalla perfieria romana e tiburtina per rifornirsi di stupefacenti.

 

Gli arrestati
In manette, al termine di una complessa indagine portata avanti dai carabinieri di Tivoli, sono finiti personaggi noti come “Ciccio” insieme al cugino detto “Er maranga”. Tra i cinque arrestati solo due lavoravano. Uno era occupato in un’agenzia assicurativa, mentre un altro gestiva una rivendita di automobili. Utilizzavano la propria professione come una copertura per svolgere la più redditizia attività di spaccio.
E sempre nell’ambito della stessa operazione agli arresti è finito anche “Pista Pepe”, un 70enne già noto alle forze dell’ordine e trovato con 30 grammi di cocaina, 6mila euro in contanti considerati proventi dello spaccio, bilancini di precisione e altro materiale per il confezionamento delle dosi. Colto in flagranza di reato sarà processato per direttissima con l’accusa di spaccio di cocaina.

 

Le intercettazioni
Quando al telefono parlavano della droga da ordinare e dei clienti da rifornire utilizzavano nomi in codice come “cd” o “vernice bianca” per indicare la cocaina, oppure “vernice marrone” per parlare di hashish mentre per la marijuana utilizzavano i nomi dei giochi della playstation. Inoltre il “maschio” indicava 100 grammi, mentre la “femmina” la metà.

 

Le indagini e i sequestri

Il ritrovamento di un vero e proprio arsenale nascosto in un maneggio a Pisoniano nell’agosto del 2012, ha dato il via alle indagini da parte dei carabinieri della Compagnia di Tivoli che hanno permesso di risalire ai cinque principali responsabili della rete di spaccio di sostanze stupefacenti.
Durante l’indagine, durata 3 mesi, gli investigatori dell’Arma hanno arrestato altre sette persone in flagranza di reati inerenti le armi e gli stupefacenti ed hanno sequestrato 2 kg di marijuana e 500 grammi di cocaina, 100 grammi di hashish, sette pistole, un fucile, una bomba a mano, munizioni, fumogeni e bengala.
Con il blitz della scorsa notte si è chiuso il cerchio. I carabinieri hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Tivoli che ha concordato pienamente con le risultanze investigative dell’Arma, diretta dal sostituto procuratore Giuseppe Mimmo.

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